questo blog sta diventando più un bollettino medico ma diciamo che non ho molto altro da raccontare. finalmente sono riuscita a prenotare la visita da sua maestà il neurochirurgo che mi riceverà a palazzo il prossimo 6 settembre. il che significa un'altra settimana in questo stato semivegetativo aggravato da ormai lunga tossicodipendenza da cortisone e antidolorifico. peccato che settimana prossima inizino le riunioni a scuola, e che il 10 inizi la scuola vera e propria, dove a questo punto, vista l'estate sfumata in un insipido scorrere di mattine, pomeriggi e sere neanche troppo estive, non vedevo l'ora di andare. chissà come sarà la mia nuova prima. chissà come sarà il mio secondo anno da prof... di certo non inizierà nel migliore dei modi, o comunque non inizierà nei tempi consueti.
nel frattempo guardo la mia schiena e le vertebre che sporgono come se fossero gli spuntoni di un mostro cattivo e poi guardo le schiene normali degli altri, che si piegano, si stendono, che non odiano la propria schiena, e li invidio un pochino.
però domenica e lunedì ho avuto una visita speciale dal paese delle mele, che mi ha riportato in mexico e dentro all'estate.
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mercoledì 29 agosto 2007
lunedì 2 luglio 2007
una domenica mattina assolata e deserta si è conclusa davanti a un piatto di ciliegie, con due rose bianche e una blu, in una casa di nonni piena di centrini e vecchie fotografie appese alle pareti. ho visto posare con leggero imbarazzo una giovane sposa con velo e crinoline e un bel ragazzo impettito nel suo abito della festa. ho sfogliato le pagine di un album conservato sulla credenza del salotto come un antico reliquiario sulla mensa di un altare, saltando tra i decenni, ammirando signorine sorridenti con cipria e rossetto in perfetto stile telefoni bianchi, facendo l'occhiolino a improbabili costumi da bagno e cappellini su spiagge ancora deserte, sedendomi sul terrazzo della casa al mare che era così spazioso.
ho perso tutti i miei nonni, alcuni prima che potessi rendermi conto di averne, altri quando ancora non avevo realizzato quanto fossero preziosi, ma ieri mi è parso di averne trovati di nuovi nel paese delle mele.
hanno un odore tutto loro, i nonni. un po' come quello dei bambini. sanno di naftalina e caramelle allo zucchero, con il soggiorno immacolato e che vergogna ricevere questa bella signorina in cucina così, mentre stiamo ancora finendo di pranzare.. almeno la tovaglia ha dipinti tutti i frutti che uno vorrebbe avere in tavola: le fragole, le ciliegie, le mele, le banane. e le ciliegie si mangiano "con gli ossi", che ho sentito che fanno bene, e così non si butta via niente. dieci a me, dieci a te.
i nonni hanno sempre due gingerini nel frigo, che non si sa mai chi viene a trovarci. e le nonne danno sempre la mancia, magari scrivendo su un bigliettino, con la loro calligrafia tremolante, dieci euro per il compleanno e cinque euro per l'onomastico.
ho perso tutti i miei nonni, alcuni prima che potessi rendermi conto di averne, altri quando ancora non avevo realizzato quanto fossero preziosi, ma ieri mi è parso di averne trovati di nuovi nel paese delle mele.
hanno un odore tutto loro, i nonni. un po' come quello dei bambini. sanno di naftalina e caramelle allo zucchero, con il soggiorno immacolato e che vergogna ricevere questa bella signorina in cucina così, mentre stiamo ancora finendo di pranzare.. almeno la tovaglia ha dipinti tutti i frutti che uno vorrebbe avere in tavola: le fragole, le ciliegie, le mele, le banane. e le ciliegie si mangiano "con gli ossi", che ho sentito che fanno bene, e così non si butta via niente. dieci a me, dieci a te.
i nonni hanno sempre due gingerini nel frigo, che non si sa mai chi viene a trovarci. e le nonne danno sempre la mancia, magari scrivendo su un bigliettino, con la loro calligrafia tremolante, dieci euro per il compleanno e cinque euro per l'onomastico.
venerdì 27 aprile 2007
"passati i ventisei, già nei ventisette da qualche giorno. come ti trovi?"
"mah, abbastanza bene. sarà la primavera inoltrata.."
"già.. la primavera ti fa un certo effetto"
"direi proprio una sorta di rinascita. esco dal letargo e rifiorisco"
"già.. i fiori! hai visto quelli che ci sono sul cactus del tuo giardino grasso?"
"sìsìsì! sono bellissimi. una corona di fiori fucsia acceso. e anche mr. paletta non scherza con la nuova fila di palette in crescita accelerata."
"come è nata la tua passione per le piante grasse?"
"bè.. a dire il vero è stata la mia professoressa di discipline plastiche che me l'ha trasmessa. ricordo che ci diede un compito per l'estate: andare a visitare un'importantissima serra di piante grasse vicino a casa, e di passare l'intero pomeriggio a disegnare le geometrie perfette o contorte che ne costituiscono la struttura."
"un po' come le conchiglie"
"già! anche loro hanno strutture spiraliformi meravigliose. molto barocche. ma le piante grasse sono vive. crescono, ingrassano, dimagriscono, a seconda di quando ti ricordi di dar loro da bere."
"te ne dimentichi spesso?"
"più che altro volutamente. simulo gli eventuali periodi di siccità prolungata che possono esserci nel deserto, e gli improvvisi acquazzoni che creano pozze fangose ai loro piedi.
ora devo scappare.. stasera mi aspetta un bel concerto, l'ennesimo a cui assisto.. ma come si fa a rinunciare? potrebbe essere l'ultimo.. o forse no. non ci voglio neanche pensare"
"allora buon concerto! qualche piano per il weekend lungo?"
"a dire il vero sì... una puntata nel paese delle mele, ad annusare la primavera"
"bene, buon viaggio allora"
"grazie. ciao"
"mah, abbastanza bene. sarà la primavera inoltrata.."
"già.. la primavera ti fa un certo effetto"
"direi proprio una sorta di rinascita. esco dal letargo e rifiorisco"
"già.. i fiori! hai visto quelli che ci sono sul cactus del tuo giardino grasso?"
"sìsìsì! sono bellissimi. una corona di fiori fucsia acceso. e anche mr. paletta non scherza con la nuova fila di palette in crescita accelerata."
"come è nata la tua passione per le piante grasse?"
"bè.. a dire il vero è stata la mia professoressa di discipline plastiche che me l'ha trasmessa. ricordo che ci diede un compito per l'estate: andare a visitare un'importantissima serra di piante grasse vicino a casa, e di passare l'intero pomeriggio a disegnare le geometrie perfette o contorte che ne costituiscono la struttura."
"un po' come le conchiglie"
"già! anche loro hanno strutture spiraliformi meravigliose. molto barocche. ma le piante grasse sono vive. crescono, ingrassano, dimagriscono, a seconda di quando ti ricordi di dar loro da bere."
"te ne dimentichi spesso?"
"più che altro volutamente. simulo gli eventuali periodi di siccità prolungata che possono esserci nel deserto, e gli improvvisi acquazzoni che creano pozze fangose ai loro piedi.
ora devo scappare.. stasera mi aspetta un bel concerto, l'ennesimo a cui assisto.. ma come si fa a rinunciare? potrebbe essere l'ultimo.. o forse no. non ci voglio neanche pensare"
"allora buon concerto! qualche piano per il weekend lungo?"
"a dire il vero sì... una puntata nel paese delle mele, ad annusare la primavera"
"bene, buon viaggio allora"
"grazie. ciao"
sabato 4 novembre 2006
mentre sciolgo sul palato un pezzo di kinder maxi tutto il mondo si investe di una patina di scioglievolezza cioccolatosa che rende passabile anche un intero sabato di lavoro, dopo qualche giorno trascorso nel paese delle mele.
non ci sono solo mele lassù. ci sono foglie che rincorrono il vento freddo attraversando la strada con fare frettoloso. c'è la luna quasi piena che indica il sentiero bianco nel bosco e proietta lunghe ombre d'argento ossidato. c'è un castello sul cucuzzolo di una collina con una caverna piena di cristalli, una torre piena di buddha, e la musica e le parole di blowing in the wind in loop.
bisogna conservare la magia. bisogna.
non è facile però.
non è facile quando la tua famiglia non accetta il fatto che sei diventata grande e hai bisogno dei tuoi spazi, e che no, non sarà mai più come era una volta, con il pomeriggio trascorso sulla scrivania a disegnare. non è facile quando ti assalgono i sensi di colpa, quando vorresti essere meno egoista ma non puoi, quando sai che li stai deludendo ma è così che si guadagna la libertà, che è per la libertà che sono stata creata e forse se lo sono dimenticato. o non l'hanno mai saputo.
non ci sono solo mele lassù. ci sono foglie che rincorrono il vento freddo attraversando la strada con fare frettoloso. c'è la luna quasi piena che indica il sentiero bianco nel bosco e proietta lunghe ombre d'argento ossidato. c'è un castello sul cucuzzolo di una collina con una caverna piena di cristalli, una torre piena di buddha, e la musica e le parole di blowing in the wind in loop.
bisogna conservare la magia. bisogna.
non è facile però.
non è facile quando la tua famiglia non accetta il fatto che sei diventata grande e hai bisogno dei tuoi spazi, e che no, non sarà mai più come era una volta, con il pomeriggio trascorso sulla scrivania a disegnare. non è facile quando ti assalgono i sensi di colpa, quando vorresti essere meno egoista ma non puoi, quando sai che li stai deludendo ma è così che si guadagna la libertà, che è per la libertà che sono stata creata e forse se lo sono dimenticato. o non l'hanno mai saputo.
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