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lunedì 6 febbraio 2012

la madonna in campagna

la madonna va in campagna. così almeno la interpreta una mia alunna guardando un bellini di straordinaria bellezza, con la vergine e il bambino seduti in mezzo al prato e una serie di simboli sparsi intorno sul bene che trionfa sul male, appesa in una bella sala della national gallery di londra.


vorrei tanto che il bene trionfasse sempre sul male, eppure ultimamente sembra sempre più difficile. guardando la madonna in campagna tutto sembra così ovvio, naturale, anche se atroce, dato che quel bambino lì deve passare dalla morte che il suo sonno cerca di preannunciare all'occhio attento di chi osserva.
è così facile far vincere il male, gridando e scagliando pietre a destra e a sinistra su chi guida una nave verso gli scogli, su chi aumenta il prezzo della benzina, su chi non la pensa come noi. io credo che sia tutta colpa di maria de filippi, come dico sempre ai miei alunni.

lunedì 28 gennaio 2008

mentre fuori soffiava un vento caldo, quasi infuocato che sbatteva le foglie contro le enormi finestre di un municipio di provincia, dentro un'elegante sala consiliare con stucchi sulle pareti e lampadari in cristallo ho assistito a una conferenza per non dimenticare.

non dimenticare che l'uomo, in preda a deliri di onnipotenza della tanto celebrata "ragione" come unica e infallibile istanza, annientato qualsiasi spirito religioso e adorando al suo posto gli idoli della Perfezione e dell'Efficienza, ha messo in moto e portato avanti sei milioni di volte una macchina spaventosamente perfetta destinata alla produzione di morte, fine a se stessa.

ebrei, zingari, omosessuali, psicotici, disabili, bambini, anziani, donne, malati.

c'è chi dice che hitler sia stato il più grande pedagogista della storia, e a ragione: nessuno come lui è stato in grado di insegnare ai deportati a morire, alle SS ad uccidere, a tutti gli altri a stare zitti.

dio è arrivato in ritardo sei milioni di volte. perchè? è stato cattivo e non ha voluto intervenire? è stato buono ma non ha capito quello che stava succedendo? o forse dio non è onnipotente e quindi non ha potuto intervenire ad Auschwitz?

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case;

Voi che trovate tornando la sera

Il cibo caldo e visi amici:


Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce la pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì e per un no



Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno:


Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole:

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,


Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli:

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri cari torcano il viso da voi.



Primo Levi

mercoledì 14 febbraio 2007

tutto il cioccolato offertomi dalle mie studentesse-senza-moroso questa mattina non basta ad addolcirmi la bocca per la rabbia che mi è salita grazie a una mail del cazzo di una prof idiota della ssis che dovrebbe curare il mio  t i r o c i n i o.

vi prego calmatemi, che sono veramente, ma veramente, incazzata.



cosa che succede molto di rado, ma quando succede..

lunedì 31 luglio 2006

quando la Grande Storia si incrocia con le piccole storie

eyal, un ragazzo israeliano che ho conosciuto in norvegia l'anno scorso e con il quale ho mantenuto contatti telematici piuttosto frequenti, sarà in spagna nello stesso periodo in cui ci sono io. mi è parsa una cosa naturale proporgli di incontrarci in qualche tappa del mio giro, in caso fossero combaciati i tempi e gli spostamenti, non appena ho deciso la mia destinazione.


la madre di eyal mi ha chiamato oggi, quasi in lacrime, chiedendomi di non far viaggiare da solo il figlio. ha paura che gli succeda qualcosa. mi ha supplicato di andare in giro con lui, e di dire alla gente che è italiano, non menzionare mai il fatto che è un ebreo. lui ha voluto comprare un biglietto per l'europa a tutti i costi, anche se le autorità israeliane consigliano ai loro cittadini di non viaggiare all'estero, anche se la madre gliel'aveva proibito. l'unica cosa che ha potuto fare è stata questa telefonata di supplica ad insaputa del figlio, come se il mio mestiere fosse quello di guardia del corpo, come se il mio essere italiana, non ebrea, mi trasformasse magicamente in uno scudo contro le bombe, i rapimenti, le ritorsioni.


forse la mamma di eyal sta esagerando, si preoccupa troppo. forse eyal starà più al sicuro in andalusia che non a tel aviv. io non mi ero neppure posta questo problema.


quello che importa, però, è che una mamma è terrorizzata dal fatto che possano perseguitare il figlio solo perchè è ebreo.


quello che mi ha sconvolto, è che non si tratta di un paragrafo letto su un libro di storia del liceo: è una telefonata sul mio cellulare, datata 30 luglio 2006.


mi scorre sempre un gelido brivido per la schiena quando mi accorgo che i grandi eventi - che ormai entrano ed escono dalle nostre case come se fossero spifferi di vento, entrano ed escono dalle nostre orecchie come se fossero canzonette alla radio - si mischiano ai piccoli episodi di cui sono coprotagonista. peccato che i piccoli episodi prevedano la possibilità di cambiare il corso degli eventi con le proprie azioni, a differenza della Grande Storia che sembra così inarrivabile, impossibile da manovrare, far deviare.


odio questa impotenza mia, e non solo mia, davanti alle decisioni di certi "signori della guerra" che si nascondono dietro alle loro scrivanie, dietro ai loro sorrisi di plastica, dietro a strette di mano ghiacciate.

sabato 5 novembre 2005

e comunque, caro gallerista stronzo che mi sfrutti gratis senza nemmeno ringraziare anzi facendo quella faccia da strafottente simpaticone, sappi che lunedì ho un colloquio da christie's. TIè. Lì ci vado anche a lavorare gratis. Da te neanche per sogno. Ma chi ti credi di essere? Brutto viscidoso.
la Ila è un po' arrabbiata con certi galleristi stronzi che sfruttano i neolaureati senza neanche ringraziare.

martedì 27 settembre 2005