mercoledì 19 novembre 2008
l'occasione non è delle più felici. se n'è andata una parente alla lontana, anziana e malata da tempo, ma non riesco a contenere l'eccitazione per tornare in laguna, anche se si tratterà di una toccata e fuga. non credo ci sarà acqua alta, come all'ultimo funerale a cui ho partecipato, con tanto di motoscafo diretto all'isola di san michele, ovvero al cimitero dei veneziani.
dovrebbe essere una perfetta giornata di sole e freddo, una di quelle giornate che tanto mi mancano dei miei anni universitari. una di quelle giornate trascorse da una biblioteca all'altra, in diverse parti della città, camminando con la sciarpa al collo e i riflessi del sole nell'acqua scintillante dei canali, che accendono gli intonaci scrostati dei palazzi.
vorrei fare un salto in università, catturare una frazione di lezione a san sebastiano. chissà che lezioni ci sono domani verso l'ora di pranzo.
vorrei passare in dipartimento, salutare il mio prof di tesi e qualche ex compagno che non si è staccato dall'ambiente universitario, ma non metto piede in dipartimento da troppo tempo, e so che la sede è cambiata, e mi sentirei spersa senza più le mie stanzine di palazzo querini con i pavimenti inclinati che rimbalzano, i corridoi affollati di studenti accampati in attesa dei ricevimenti, la certezza di trovare qualcuno con cui scambiare qualche parola.
sabato 15 novembre 2008
ELUANA ENGLARO: IL PRIMO CASO DI OMICIDIO LEGALE IN ITALIA
Non può essere che questo il titolo di un comunicato stampa che dica la verità sulla intera vicenda
di Eluana. Non esistendo in Italia una legge sull’eutanasia, quello di Eluana è un omicidio
perpetrato per via legale, ottenuto cioè con l’autorizzazione dei giudici. Da oggi nel nostro paese si
potrà uccidere - quando si vorrà - malati stabili, cronici, inguaribili: pazienti in stato vegetativo,
pazienti in condizioni terminali, anziani non più utili alla società, insomma chiunque abbia
“presumibilmente” chiesto di poter morire e in condizioni di non poter più cambiare idea o di
chiedere aiuto, mediante la sospensione di acqua e cibo, magari dopo aver consultato un giudice.
E’ questa la società che volevamo, quella in cui vogliamo vivere?
I giudici hanno
- delegittimato la Costituzione Italiana
- agito contro il Codice Civile e contro il Codice Penale
Loro non saranno imputabili: immuni grazie all’autorità che gli è riconosciuta. Loro non saranno
imputabili: chi uccide in un altro modo sì.
Ci si deve domandare: “Come mai oggi il colpevole, colui che uccide, non è imputabile?”
La risposta è tutta nell’atteggiamento di bieco pietismo - tipico del nostro tempo - dietro il quale si
nasconde una logica per nulla nuova nella storia. Questa logica è la stessa adottata durante la
seconda guerra mondiale: oggi, per questa stessa logica ideologica, in nulla differente da quella di
allora, si eliminano i più deboli e gli indifesi.
Ha vinto una interpretazione del diritto della persona inteso come “autodeterminazione”, che
rappresenta una forzatura rispetto a quanto affermato nel Codice di Deontologia medica e nella
stessa Costituzione.
Hanno avuto la meglio la cattiva coscienza e la possibilità di arbitrio su chi è degno di vivere e chi
no.
Da questa logica è stata sfidata la saggezza della sovranità popolare che ha dato origine alla nostra
Costituzione, e la cultura che essa ha generato.
Questa logica alla fine ha prevalso.
Quanto è accaduto è tanto più preoccupante perché ormai nessuna legge potrà più essere rispettata:
ormai certi giudici aggirano le leggi - anche quelle esistenti - e creano una nuova era, quella
dell’etica del più forte sul più debole, con l’ausilio del diritto. Ma non eravamo partiti da una
giustizia uguale per tutti?
Non dovrebbe essere, questo, ancora oggi, lo scopo della giustizia?
Che vergogna.
Medicina e Persona
13 novembre 2008
lunedì 26 maggio 2008
odio la pioggia continua per settimane. sembra che l'italia nord occidentale sia l'unica oasi d'autunno in mezzo alla primavera che sta per cedere il passo all'estate. quasi come se mi dicesse: vattene da qui, trova un posto al sole.
è sfumata una possibilità che mi aveva elettrizzato per un paio di settimane: insegnare storia dell'arte nel liceo artistico della sede romana della mia scuola, almeno per il prossimo anno scolastico. ci avevo creduto un bel po', mi ero quasi spaventata all'idea di trasferirmi in una città tanto meravigliosa e tanto diversa rispetto alla dimensione di paesello della mia adorata venezia.
potrebbe ripresentarsi, questa possibilità, l'anno successivo, ma per ora sto qui. dovrei gioire, la mia cattedra sarà da diciotto ore invece che dodici, proprio come una vera cattedra completa. ma poco o niente cambierà rispetto a questo anno volato lentamente, in una solitudine che mi sta trascinando in basso.
mi sono accorta di essere diventata estremamente taciturna e insofferente. non rido più insomma. non mi piace stare con la gente. non parlo in casa, non parlo fuori, non esco, non vedo nessuno. è questa la mia vita. non quella che mi sforzo di dipingere con fotografie sorridenti e post idioti sul blog.
al mattino indosso una faccia da prof chiacchierona, quasi come se mi interessasse solo discorrere di storia dell'arte, quasi come se tutte le parole che non dico durante il giorno le concentrassi mentre spiego masaccio e l'oreficeria altomedievale, mentre durante tutto il resto della giornata mi rifugio nei miei pensieri, nelle mie letture, nelle mie faccende che da poco hanno ripreso ad essere libere dalla schiavitù della ssis.
progetto vacanze irrealizzabili e ovviamente solitarie, mando sms a cui nessuno si degna di rispondere, ma ormai ci sono come abituata, quasi come se il mondo andasse proprio così. ogni sera andare a dormire con la consapevolezza di non essere stata in grado di uscire da questo circolo vizioso mi corrode il naso, sale fino agli occhi e mi fa addormentare.
è vita questa?
lunedì 28 gennaio 2008
non dimenticare che l'uomo, in preda a deliri di onnipotenza della tanto celebrata "ragione" come unica e infallibile istanza, annientato qualsiasi spirito religioso e adorando al suo posto gli idoli della Perfezione e dell'Efficienza, ha messo in moto e portato avanti sei milioni di volte una macchina spaventosamente perfetta destinata alla produzione di morte, fine a se stessa.
ebrei, zingari, omosessuali, psicotici, disabili, bambini, anziani, donne, malati.
c'è chi dice che hitler sia stato il più grande pedagogista della storia, e a ragione: nessuno come lui è stato in grado di insegnare ai deportati a morire, alle SS ad uccidere, a tutti gli altri a stare zitti.
dio è arrivato in ritardo sei milioni di volte. perchè? è stato cattivo e non ha voluto intervenire? è stato buono ma non ha capito quello che stava succedendo? o forse dio non è onnipotente e quindi non ha potuto intervenire ad Auschwitz?
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.
Primo Levi
lunedì 14 gennaio 2008
suor stefanina
tornava a casa una volta ogni due o tre anni, ricordo che quando ero piccola il suo ritorno era l'occasione per solenni riunioni di famiglia, con tanto di foto e pranzi al ristorante. era sempre vestita con una tonaca e il velo grigio, nei lineamenti somigliava a quella nonna che io non ho mai conosciuto, aveva una voce dolce, balbettava leggermente, sorrideva sempre, forse perchè un po' miope, e ogni tanto parlava quello strano inglese con accento indiano-brianzolo che aveva imparato per conto suo, probabilmente tenendo in braccio qualche bambino denutrito e sporco, o accarezzando la mano di qualche anziano sdentato. ci raccontava della povertà e dei tifoni che si abbattevano regolarmente su quello che era appena stato costruito: un ospedale, una scuola, delle case, per cui toccava ricostruire tutto nuovamente, e servivano soldi, aspirine, quaderni. perchè i bambini indiani che non avevano soldi per comprare i quaderni scrivevano solo con la matita e quando avevano finito il quaderno cancellavano tutto e riscrivevano sulle stesse pagine. non so se fosse solo una storiella che mi raccontava per farmi sentire fortunata.
regolarmente arrivavano a casa quelle buste per la posta aerea, fatte di carta leggerissima, bordate di rosso e blu, indirizzate a mia mamma con una calligrafia stanca di altri tempi, con una serie infinita di strani timbri e francobolli. ogni lettera era un lungo elenco di disastri, malattie, povertà, dolore, e una mesta richiesta di aiuto, soldi, soldi, soldi, per costruire, portare a termine progetti, curare. chiedeva notizie dei parenti malati, dei piccoli grandi drammi familiari che di fronte a quanto raccontava lei suonavano sempre come una sciocchezza da bambini viziati.
provavo sempre un certo imbarazzo quando, vestiti della domenica, andavamo a mangiare con lei succulenti pasti in ristoranti sciccosi. la osservavo mangiare, lei diceva di mangiare riso e lenticchie e poco altro in india, e si vedeva che era quasi disabituata a tutte le prelibatezze del cibo italiano, che assaporava con una certa soddisfazione.
raccontava che avevano bisogno di aiuto e una volta mi chiese tenendomi la mano, con semplicità e gentilezza, se non volevo andare in india con lei, diventare una suora, per aiutare lei ma soprattutto aiutare i suoi bambini, le sue mamme e i suoi vecchi, "perchè abbiamo tanto bisogno di giovani come te". mi raccontava di lunghi viaggi in aereo, in cui si imbottiva tasche nascoste sotto alla tunica di dollari in contanti, perchè era l'unico modo per portare denaro che non andasse sprecato, che venisse usato nel migliore dei modi, per comprare le medicine, le siringhe, i vaccini.
suor stefanina è morta ultra-ottantenne stamattina, la notizia si sta diffondendo con un sommesso tam tam telefonico che è arrivato fino a qui dall'india. è morta circondata dalle suore della sua congregazione che si sono prese cura di lei in questi ultimi anni in cui lei aveva perso un po' il senno e la salute, tant'è che non tornava in italia da parecchio tempo e sapevamo che non sarebbe tornata più.
era solo una piccola grande suora che ha dedicato agli altri sessant'anni della sua vita, come fanno tante piccole grandi suore in india, in italia, in africa e in america. un po' la invidio per il suo coraggio. curioso come proprio domenica scorsa mi sia capitato di pensare a lei mentre progettavo quello mi piacerebbe fosse il mio prossimo viaggio, proprio in india, possibilmente la prossima estate: più che un viaggio di piacere vorrei raccogliere il suo invito di un po' di anni fa, quando mi chiese di andare da lei, diventare come lei.
non sto pensando di diventare suora, ma sto seriamente pensando che mi piacerebbe donare un po' del mio tempo agli altri. e poi chissà, la provvidenza... suor stefanina diceva sempre così.
il suo funerale verrà celebrato nei prossimi giorni da due vescovi, uno dei quali era un bambino che lei aveva accolto nel suo orfanotrofio tanti anni fa.
lunedì 2 luglio 2007
ho perso tutti i miei nonni, alcuni prima che potessi rendermi conto di averne, altri quando ancora non avevo realizzato quanto fossero preziosi, ma ieri mi è parso di averne trovati di nuovi nel paese delle mele.
hanno un odore tutto loro, i nonni. un po' come quello dei bambini. sanno di naftalina e caramelle allo zucchero, con il soggiorno immacolato e che vergogna ricevere questa bella signorina in cucina così, mentre stiamo ancora finendo di pranzare.. almeno la tovaglia ha dipinti tutti i frutti che uno vorrebbe avere in tavola: le fragole, le ciliegie, le mele, le banane. e le ciliegie si mangiano "con gli ossi", che ho sentito che fanno bene, e così non si butta via niente. dieci a me, dieci a te.
i nonni hanno sempre due gingerini nel frigo, che non si sa mai chi viene a trovarci. e le nonne danno sempre la mancia, magari scrivendo su un bigliettino, con la loro calligrafia tremolante, dieci euro per il compleanno e cinque euro per l'onomastico.
sabato 3 febbraio 2007
sulutumana
peccato. consiglio numerosi e ripetuti ascolti
http://www.bielle.org/Artisti/sulutuma.htm
giovedì 4 gennaio 2007
le avevamo regalato noi un paio di cestini e un collare rosso con attaccate le chiavi di casa della sua porticina privata. aveva un modesto servizio di ciotoline in plastica colorata: una per i croccantini, una per la pappa, una per il latte. non si degnava di bere acqua: solo latte fresco, appena prelevato dal frigorifero.
ultimamente era diventata una rompiscatole sorda, che miagolava a vuoto nel bel mezzo della notte, ma quando si faceva riempire di grattini dietro le orecchie e sul collo le perdonavamo tutto.
rispondeva per noi al telefono se non eravamo in casa. diceva: "sono diana, la gatta di questa famiglia. i miei padroni non sono in casa ma se lasciate a me un messaggio glielo riferirò".
ci comandava tutti a bacchetta, con quel suo fare un po' bisbetico ed allo stesso tempo da gran signora. sono certa che il pelo le ricopriva un musino ormai rugoso, vecchia micia centenaria che ci osservava con i suoi occhi grandi e scuri, vispi e arzilli quando si trattava di afferrare un pezzetino di pollo, saggi e giudiziosi quando si acciambellava sul suo cuscino nell'attesa di addormentarsi.
non è rimasto quasi nulla di lei, se non un silenzio irreale interrotto dalla tentazione di chiamarla per farla salire sulla mia sedia durante la cena, quando allungava le zampine anteriori sul tavolo e reclamava la sua razione di bocconcini prelibati.
lo so, non si trattava di una persona, era soltanto una gatta.
diana, non mi hai aspettato. magari ti saresti addormentata più serena per l'ultima volta se ci fossi stata lì io a farti qualche grattino.
sabato 16 settembre 2006
ho voglia di patatine fritte
venerdì 3 febbraio 2006
che qui è un bel po' diverso da lì.
dall'alto della collina la neve e sotto un mare di nebbia qui.
dall'alto di un'altana una cupola e il sole tiepido mischiato all'aria del mare lì.
o ancora, gli antichi palazzi con le pareti sbiadite e i campanili svettanti.
e io non posso raccontarvi il profumo della libertà. non posso raccontarvi la tenerezza degli amici. non posso raccontarvi il succo di un'arancia mangiata su una panchina al sole delle zattere. non posso raccontarvi la musica, da handel a dylan. non posso raccontarvi la crema di una frittola. non posso raccontarvi della mia quintessenza hippie. non posso raccontarvi delle chiacchiere sulla fondamenta. non posso raccontarvi di un dvd sul lettone.
venite un giorno con me a venezia.
per ora resto qui, un po' - tanto - triste.
e lunedì inizio a lavorare.
mercoledì 28 dicembre 2005
la michy mi ha dato un programmino delizioso per fare le grandi pulizie di primavera sul mio pc. ho liberato più di 3 giga di spazio!! evviva!!! quasi quasi riprendo a scaricare musica. :P
(avete presente come quando riordini la scrivania ed è tutta libera e pulita e prometti a te stessa che no, non la incasinerai mai più, la terrai costantemente in ordine senza accumularci sopra schifezze e cose inutili?? ecco, ho fatto la stessa promessa al mio caro portatile. vediamo quanto dura - volete dare un'occhiata alla situazione della mia scrivania??).
domenica 23 ottobre 2005
ho bisogno di sfogarmi un po'. naturalmente non ho nessuno con cui farlo - o meglio ho già rotto l'anima telefonicamente ad un discreto numero di persone e basta e avanza. quindi la romperò a voi, miei cari lettori. (sottointeso: potete chiudere la finestra a questo punto).
sono in uno stato di apatia che anche una gallina addormentata ha lo sguardo più sveglio. sarà questa domenica grigia che sembra proprio una di quelle domeniche grigie d'autunno (eh che pensiero profondo). sarà che ieri sera alla fine sono rimasta in casa a girarmi più o meno i pollici. sarà che tutte queste foglie che cadono mi mettono una tale malinconia addosso. sarà che a parte il cepu non mi vuole nessuno.
i casi sono due: o vado avanti a lamentarmi e a sopportare questa situazione che non mi porta da nessuna parte, o faccio una pazzia tipo comprare un biglietto aereo per una qualche destinazione a portata delle mie tasche e della mia conoscenza linguistica. premesso che al momento sono talmente scazzata da non avere la forza di alzare nemmeno un dito, tengo a precisare che sarei più per la seconda opzione.
boh.
martedì 4 ottobre 2005
L'ennesima risposta
Che depressione. Le uniche (rare) lettere che ultimamente ricevo sono sul genere:
"Gentile Dott.ssa Lailly,
la ringraziamo per averci segnalato il Suo interesse a collaborare presso l'ufficio xxx di xxx.
Siamo spiacenti di comunicarLe che al momento non ci sono posizioni disponibili, ma saremo lieti di considerare il Suo curriculum nel caso dovesser emergere delle opportunità coerenti con il Suo profilo.
AugurandoLe successo nel proseguimento del Suo percorso professionale, Le porgo i miei migliori saluti.
Xxx."
Grazie tante. Ma per caso queste lettere si scaricano preconfezionate da qualche sito? Perchè dicono TUTTE la stessa cosa??????
BUUUUUUUUUUUU.
Sento che il mio profilo non è coerente con un bel tubo di niente.
mercoledì 7 settembre 2005
eh sì perchè la Ila pensava che sarebbe stato avventuroso entusiasmante eccitante. iniziare una nuova fase della sua vita. mettere a disposizione le proprie conoscenze per il nobile scopo di innalzare l'arte e la cultura nel mondo. o in italia. ok, nel vicinato. ma non è così automatico. e oggi è in preda all'angoscia e a un sentimento proprio brutto quale questa sensazione di inutilità.
perchè studiare studiare studiare impegnarsi sbrigarsi dare tutto o quasi? per passare le giornate incollate al pc, alla ricerca di un lavoro nel campo della 'cultura' dell' 'arte' delle 'scienze umanistiche' che sembra un po' un ossimoro ma anche la storia dell'arte è una scienza anche io faccio ricerca. peccato che nessuno ma proprio nessuno sia interessato. i pochi che lo sono non hanno comunque bisogno. se la cavano anche senza di me. anzi, quello che è ancora peggio, è che non posso nemmeno mostrare quello che valgo.
oggi è proprio una giornata no. una giornata in cui mi sembra di valere poco.
mercoledì 17 agosto 2005
due giorni di relax e sudoku in famiglia nella casetta di montagna. una piccola pausa tra una pazzia e l'altra.
domani viene a trovarmi michy!!!!
Intanto io devo sistemare un po' di cosine: la casa che è un po' arruffata, il cervello che è un po' ingarbugliato, il mio pc che è strapieno ma qui come faccio a caricare la musica sull'i-pod senza lasciarla per forza anche sul pc?? qualcuno mi aiutiiiii. ingegneri informatici, lo chiedo a voi: sapete cosa ha combinato la Ila? aveva trasferito più di 2 giga di musica sul suo nuovo lettore azzurro-mare-lofoten (nuova nuance post norvegia) e poi ha pensato bene di eliminarli dalla sua "libreria" sul pc (giusto per riacquistare un paio di giga vitali al suo hard disk). naturalmente il caro i-pod si è aggiornato e ha cancellato tutta la musica che aveva pazientemente caricato.
Ma dico io, imbecilli si nasce o si diventa? (magari dopo il mega vuoto d'aria stile blue tornado di gardaland dell'ultimo viaggio in aereo della ila, che se fosse stata una che ha paura di volare c'era davvero di che rinscemirsi).
venerdì 8 luglio 2005
Il canzoniere
Vorrei avere canzoni leggere per la testa. Ma oggi non si può.
Eppure, scrivere di una canzone è l'unica cosa che mi riesce, per registrare gli eventi di oggi. Non è una canzone sulla guerra, sul male, sul terrorismo. E' una canzone di speranza. E mi dispiace sembrare a tutti i costi monotona nel ricorrere nuovamente a Bob Dylan. Ma la sto ascoltando ora. Ed è quello che ci vuole.
Ci servono un po' di campane, che suonino a festa. Suonate, campane. Ring them bells, da Oh mercy, 1989. C'è una fantastica versione cantata da Joan Baez. Buon ascolto.
lunedì 4 luglio 2005
il vuoto
ora la Ila non sa più cosa fare.
Consegnato tutto. Stampato finito corretto e riveduto (tutte queste cose nell'ordine inverso). Tutto era pronto con 7 ore di anticipo, esattamente alle 3.30 di stanotte. Incredibile. IN ANTICIPO.
E ora?
Sì lo so non mi sono ancora laureata, ma quella faccenda la risolvo martedì prossimo.
Nel frattempo il vuoto mi circonda. A dire il vero una cosa devo farla: stilare una lista delle cose che ho voluto fare e non ho potuto fare in tutti queste settimane mesi anni. Devo farla PRIMA della laurea, altrimenti che gusto c'è?
- bagno al lago, a mezzanotte o mezzogiorno chissenefrega.
- abbronzatura stile caraibi
- lettura dei seguenti libri:
Gli ebrei hanno sei dita, di Anna Colombo (iniziato recentemente e piantato lì per mancanza di tempo)
Arte della falsificazione. Falsificazione dell'arte, di Frank Arnau (iniziato recentemente ecc.)
Harry Potter - tutta la serie
Il lago di Como descritto da Richard Bagot (iniziato recentemente ecc.)
Ragionamenti. Sei giornate, di Pietro Aretino
East is East, di T. C. Boyle (strana storia per questo libro, ritrovato in un casale abbandonato da un amico che l'ha letto, me l'ha lasciato e mi ha pregato di farlo girare - e sta sulla mia libreria da più di 2 anni - ma tra poco lo abbandonerò)
La Bibbia - o perlomeno i quattro vangeli
Lo spirituale nell'arte, di W. Kandinsky
Una quantità infinita di libri stupidi leggeri poco impegnativi raccattati qua e là ed ammucchiati *per quando avrò tempo da perdere*
- giri chilometrici in bicicletta per tutta la Brianza
- pomeriggi infiniti passati a scarabocchiare e pastrugnare con i miei colori ad olio carboncini e pantoni
- sessioni infinite di shopping con i saldi per l'acquisto di:
Vestito per la laurea
Canotte e maglie di ogni colore, ma soprattutto almeno una blu ci vuole perchè ho una gonna che non so mai come abbinare. (breve divagazione: possibile che il blu sia BANDITO da ogni negozio???)
Un costume nuovo - o anche due
Due o tre paia tra sandali e infradito
Un paio di occhiali nuovi
Qualche CD
- realizzazione di almeno una gonna/borsa/pantaloni con le mie straordinarie abilità sartoriali
- preparazione di una cartina comprensibile da distribuire agli invitati non veneziani per raggiungere il luogo della mia laurea a Venezia
- una giornata al Lido
- visita della mostra di Lucien Freud al Museo Correr
- conclusione del mio lavoro al tombolo di pizzo Cantù
- concerto di Tori Amos a Cernobbio (non è che ci manchi molto... sarà domani sera e i biglietti chi ce li ha?? io no)
- visita della Biennale, ovvero il più grande parco di divertimenti temporanei allestito in Italia ogni due anni nei mesi estivi, con cui neanche Gardaland e Mirabilandia possono minimamente competere
- tintura hennè ai capelli
- viaggi (e qui si inizia con la fantasia)
a Oslo
a Londra
a Dublino
a Tuscania
a Parma
a San Diego
a Boston
al mare - non importa quale
al lago
alla montagna - non importa quale (già... perchè non si dice "alla montagna" così come si dice "al mare"?? io lo dico lo stesso!)
all'India
all'Australia
Per ora mi fermo ma ho il sospetto che la lista si allungherà.
Intanto le prime due cose in elenco non le posso fare perchè, come mi sembra OVVIO, stamattina mi sono svegliata sotto una coltre di nubi che sembra di essere in irlanda ad aprile. Ma tutto ciò è intrinsecamente Ciusto.