sabato 5 luglio 2008
questa piazza è cresciuta attorno ed insieme ad un santuario cinquecentesco costruito in seguito all'apparizione della madonna che si presentò su un albero di noce per indicare la strada a due poveri bambini persi nei boschi, figli dei pochi contadini che popolavano quei territori sotto il dominio dei marchesi crivelli.
sono molte le spose non autoctone che ambiscono la piazza e il bel santuario a pianta centrale (progettato da pellegrino tibaldi) come scenario per il loro matrimonio, e fanno sì che vengano costantemente riempiti gli interstizi tra i pietroni squadrati e i ciottoli di fiume con chicchi di riso, oltre che la chiesa con bellissimi fiori.
davanti al santuario ci sono due grandi portici aperti su tutti i lati, coperti da tegole sostenute da enormi travi di legno tra le quali i piccioni fanno il nido, e proprio sotto a uno dei due portici ho assistito stasera all'estate, quella vera, che mi toglie il fiato e mi rapisce nel bello che si ammucchia e fa gara a mostrarsi.
stavo camminando con giotto poco lontano e mi ha incuriosito un rumore, come di una tv a volume altissimo, che proveniva dall'interno della piazza. sentivo musica, e poi vociare di persone. mi sono avvicinata ad un sottoportico che fa da ingresso alla piazza, e ho riconosciuto un ronzio inconfondibile che mi ha portata indietro di parecchi anni, inizialmente, e mi ha trasportato direttamente in una scena di nuovo cinema paradiso. il ronzio era quello dato dalla bobina che scorreva veloce tra una pizza e l'altra di un proiettore, quasi come un rullare dolce di tamburi, che si amalgamava al sonoro del film sparato da un paio di casse ai lati del portico, e che dava magicamente vita alle scene proiettate su un enorme telo bianco. davanti al telo diverse file di sedie di plastica bianca, e sopra alle sedie, le silhouette di una cinquantina di spettatori, incantati nella magia del film e della notte d'estate.
francis il mulo parlante. questo è il primo film che mi è capitato di vedere in un cinema all'aperto, precisamente all'oratorio, proprio di fianco al santuario. ricordo che era in bianco e nero. ricordo che c'era un mulo che parlava. non so esattamente quanti anni avevo, probabilmente sei o sette, ma sono cose che è difficile scordare. il rumore della bobina e i rumori del mondo che interferiscono liberamente con quelli dei dialoghi e delle musiche.
dolby surround, comode poltrone imbottite, effetti speciali, mega schermi, multisala con popcorn. in realtà la magia di un film viene amplificata dalle zanzare, le stelle in cielo, il caldo appiccicoso e le risate di qualche bimbo unite ai commenti di qualche adulto.
mi sono diretta verso il lungo viale dei cipressi che scavalca un paio di colline con una linea retta. giotto giocava con il suo guinzaglio, uno spicchio di luna sottile appena sopra l'orizzonte aveva proporzioni spropositate, dalla terra già avvolta dall'oscurità spiccavano i moncherini ultracentenari delle statue che si stagliavano sul il cielo più fosforescente di una lampada ultravioletta.
considerando che oggi pomeriggio l'ho trascorso al lago, direi che è stata proprio una bella giornata.
e domani inizio gli orali della maturità.
giovedì 16 febbraio 2006
non pensavo assolutamente di respirarlo così a pieni polmoni, questo spirito olimpico di cui si sente tanto parlare in tv in questi giorni, ma non c'è come averlo attraversato quasi per caso in questi due giorni per esserne stata completamente rapita, riempita, travolta.
che io scio da quando ho sette anni, ma non mi ero mai sognata bode miller, e invece stanotte è successo anche questo. merito della giornata trascorsa insieme alle tappe della combinata, alle 12 la discesa libera, alle 5 la prima manche e alle 7.30 la seconda manche dello slalom speciale. con le reti azzurre che segnano la pista, i cappelli arancioni degli animatori, la voce limpida dello speaker, i campanacci dei tifosi rumeni, le bandiere sventolate tutte insieme.
poco importa se giorgio rocca non ha preso nessuna medaglia, mi sarebbe dispiaciuto di più se l'avessi seguito in tv. ma lì è tutta un'altra cosa. un po' perchè intanto ti devi abituare alla velocità spaventosa a cui scendono questi armadi, che in tv non si capisce proprio un bel niente, e un po' perchè la gara in sè non è poi così importante. è una grande festa.
e ti sorprendi a fare il tifo per il discesista brasiliano di rio de janeiro che non ho ben capito dove abbia trovato la neve per allenarsi.
e ti dispiace vedere walchhofer così
del resto è tutto un miscuglio di grandi emozioni che una esce un po' frastornata, felice, stanca, agitata, e appagata. perchè basterebbe così poco a vivere tutti insieme felici e contenti. non è una banalità, è quello che ho avvertito in questi giorni.
dite che l'ho vinto io il premio come miglior "striscione" delle olimpiadi??
altre foto le trovate qui
venerdì 20 gennaio 2006
chissà la primavera cos'è che porta
Sarò anche stufissima dell'inverno però l'asfalto coperto di brillantina ghiacciata che calpesto in queste sere al mio ritorno a casa è proprio bello, soprattutto quando la luce della luna (o di qualche lampione) lo illumina e lo fa vibrare come polvere di stelle cadenti.
Oggi mi è venuta un po' di nostalgia per i miei giri in bicicletta, non vedo l'ora di riprenderli. Il sole verso le due scaldava un pochino di più, mi vien voglia di dargli una pacca sulle spalle e dirgli "dai che ce la fai anche quest'anno". Ma certo che ce la fa Ilaria, la primavera arriva e dopo la primavera anche l'estate, però ecco è come dargli una spinta piuttosto che lasciarlo andare per conto proprio sull'altalena.
Dopo aver scosso la tovaglia del pranzo, ho messo una mano nello scrigno in cellophane che racchiude il giardino grasso, e c'era un bel tepore all'interno. Chissà quale mondo di insettini e foglioline verdi brulica lì dentro, a dispetto del freddo che c'è tutto intorno.. però la notte deve essere dura, con tutta quella brillantina intorno.. ma è vero che si godono un'ottima vista della luna, che questa sera è poco più di metà.
domenica 14 agosto 2005
Mezz'ora e sei in vacanza
Posso dire che finalmente sono "rientrata" nel clima estivo, anche se ora ci saranno 23-24 gradi e un bel cielo grigio...
Roby è venuto a prendere una grappa da me l'altra sera, ci siamo sdraiati in giardino a guardare stelle che non c'erano, e non si sa come siamo finiti a dormire in spiaggia sul lago con il sacco a pelo!
Come faccio a spiegare tutto quello che ho combinato ieri e l'altro ieri??
Sabbia e onde lievi, vento, notte, alba, stelle, nuvole. Silenzio.
Bomboklat. Kite surf. Wind surf.
Un tavolone di legno grezzo davanti alla spiaggia. Amaca brasiliana.
Le montagne che scendono nel lago, azzurrine.
Il tramonto. La pioggia. Il campeggio. La pasta al farro.
Colazione in gommone. Taniche di benzina. Uno... due... tre!
La mia sacca rossa.
Mezza luna. Nuvola a fungo. Lampi. Sole. Asciutto e bagnato.
Perdonate ma non riesco proprio a descrivere queste immagini. Dovete accontentarvi di quest'infilzata di parole disordinate.
giovedì 11 agosto 2005
stelle e co
Chissà se la notte stanotte in norvegia è limpida. Chissà se fa freddo. Chissà quando è tramontato il sole. Chissà se anche lì le persone vanno a vedere le stelle che cadono per esprimere un desiderio.
Io no. Stasera sono tornata alla triste normalità delle cose.
Avrei bisogno di una piccola pazzia, ora che ero abituata a farne ogni giorno.
Avrei bisogno di conoscere qualcuno di nuovo, ora che ero abituata ad imbattermi in nuovi occhi.
Avrei bisogno di un po' di fragole tagliate a fettine sopra il pane, ricoperte di zucchero, proprio come mi ha insegnato a mangiarle Eirik e la sua combriccola di amici.
Ma stasera non succede niente di tutto questo. Eppure... vorrei.
Forse... potrei farlo succedere.