sono gia' immersa da qualche giorno nel portogallo di braga e guimaraes, tra poco vado a porto, e sono gia' passata per santiago e barcellona. il mio viaggio per ora e' lungo una settimana, e' stata una settimana lunga. sembrano passati mesi. forse perche' la distanza da casa quest'anno e' piu' una mancanza. non di qualcosa, ma di qualcuno.
ha fatto caldo, molto caldo a barcellona. il piede destro si e' ribellato dopo aver attraversato la citta' a piedi passando per la rambla, l'exaimple e gracia, e mi ha costretto a due giorni di sosta forzata nella spiaggia della barceloneta. un po' cannaregio, un po' rimini, con le sue case a blocchi rettangolari, i balconi in ferro con i panni appesi, le trattorie di pesce molto rustiche (incredibile da can mano), la sabbia e i topless di dubbio gusto.
ha piovuto, fatto freschino, sopprattutto a santiago, ma la spiritualita' che si respira li' e l'invidia per tutti quei pellegrini che hanno sui piedi e sulle gambe i chilometri percorsi, e sulla bocca un sorriso e una soddisfazione per essere arrivati alla meta, mi ha fatto dimenticare l'umidita' costante nelle case e nelle strade. ho anche avuto la fortuna di conoscere dei ragazzi di santiago: una rarita' se si conta il numero di pellegrini e turisti al confronto. kiko e alvaro, il primo minatore nazionalista, l'altro latin lover tamarro, incontrati in un bar di pontevedra al pomeriggio e rivisti alla sera in una bettola del fratello di kiko che mi ha anche portato ad una sagra di paese li' vicino con tanto di orchestra di liscio e ragazzine in tiro per le grandi occasioni mondane.
da due giorni invece ho cambiato paese, e non so come possa essere piu' lontano il portogallo dalla spagna per abiutudini e orari. l'ho sperimentato restando senza cena: se in galicia e catalunya si cenava tra le 11 e mezzanotte, qui alle 10 e' tutto chiuso. forse e' un posto piu' "normale", ma mi ero abituata all'anormalita' della spagna, alla sveglia tardi, al pranzo tardi, alla cena tardi, alla nanna tardi.
c'e' da dire che questo ritorno alla "normalita'" e' ampiamente compensato dagli azulejos che decorano le case, le chiese, gli interni e gli esterni, con meravigliosi giochi geometrici e floreali, o poetici racconti in bianco e azzurro di sapore settecentesco.
ho saramago che mi accompagna: una matita per cerchiare i nomi dei posti visitati, la stessa matita per sottolineare frasi che avrei potuto scrivere anche io, magari non cosi' bene, ma altrettanto sentite.
dev'esserci senza dubbio un dio dei viaggiatori benintenzionati.