venerdì 27 luglio 2007

isla holbox - valladolid - izamal - merida

ho saltato qualche tappa. un'altra isola, un'altra storia a Holbox. con strade di sabbia e spiagge bianchissime, isolotti deserti e una laguna piu' bella di quella di venezia. fenicotteri rosa non visti, ma delfini che hanno nuotato nella nostra scia, pellicani e cormorani appollaiati su banchi di sabbia trasportati dall'uragano, di cui si vede ancora traccia dopo due estati negli scheletri delle case e negli occhi di chi racconta il disastro. e ancora, storie di italiani che hanno lasciato l'italia e hanno disceso qualche parallelo, percorso qualche meridiano, e iniziato una nuova vita aprendo un campeggio, un'agenzia di viaggi, delle palapas sulla spiaggia.


poi la pioggia verso valladolid, e la sorpresa di una cittadina ordinata secondo il consueto schema a isolati, disordinata secondo il consueto schema messicano, con zapaterias ad ogni angolo, cocina economica al bazar da lasciarci il cuore, favolosi refrescos preparati con la pitaya, un frutto color dell'evidenziatore con una polpa bianca dolce  semini neri sottili. citta' coloniale, con un monastero costruito sopra al cenote, per approvvigionarlo d'acqua, e altri cenotes sparsi nella campagna circostante, sotterranei, scavati nella roccia, con fantasmagoriche stalattiti tra cui nuotare come alghe perenni, guidati da un raggio di luce che filtra da un'apertura nel terreno e fa entrare anche uccelli che non sono solo pipistrelli, e ti fa scorgere pesci gatto neri mentre nuoti sotto un cielo di roccia.


ancora, chichen itza', meraviglia del mondo, un po' troppo ricostruita, secondo chissa' quali criteri. imponente, minacciosa, soprattutto grazie a un cielo plumbeo di temporale pomeridiano che scatena vento e tuoni e spazza via la polvere tra gli spiazzi millenari e le ripide piramidi.


e poi izamal, la ciudad amarilla, tutta gialla, con due poli: un convento e una piramide, quasi a sottolineare questa doppia anima dei maya, che si percepisce ancora nei volti rugosi delle donnine yucateche che indossano i loro abiti dai ricami colorati e pregano con devozione la statua incoronata di maria.


ora sono a merida, ma di questo raccontero' un altro giorno

giovedì 19 luglio 2007

isla mujeres

non avevo mai nuotato in mezzo a cos¡ tanti pesci colorati che sembrano danzare insieme a te nell'acqua, seguendo chissa' quali traiettorie. cosa pensano i pesci? cosa fanno tutto il giorno oltre a mostrare le loro squame argentate, le loro buffe code arancioni e le loro paillettes scintillanti su mantelli fosforescenti?

a playa garrafon ho anche visto corallo, resti di uragani ormai entrati a far parte del fondale marino, conchiglie rotte e sbriciolate che coprono la sabbia fine, che un giorno saranno sabbia fine.

domani si cambia, dopo tre giorni  tranquilli all' Isola delle donne, con il mare turchino, le palme in spiaggia, ci spostiamo a Isla Holbox, dicono meno turistica, o forse meno internazionale. qui all'ostello Poc Na c'e' un bel miscuglio di nazionalita'. c'e' una stanza bianca con la ventola che non fa vento, c'e' il temporale nel mezzo della notte che ci fa sussultare e allaga mezzo pavimento, ci sono amache appese ovunque.

abbiamo pranzato dalla "zia", sul terrazzo affacciato in strada, con tavolini in plastica rossa firmati coca cola, scegliendo a caso portate elencate a caso da questo donnone sempre con le mani nel pollo, per sfilacciarlo dopo averlo marinato e cotto in modo da riempire favolosi tacos al prezzo di 8 pesos ciascuno. ingrassero', ne sono sicura.

lunedì 16 luglio 2007

cancun

appiccicata alla sedia, appiccicata alla tastiera, appiccicata all'aria che pesa incombente su questa cittadina. non ho ancora visto il mare, se non tanto, tanto oceano dall'alto, in un viaggio infinito che ha risucchiato molte energie.


eppure sono qui, tra palme, zanzare, vernice dai colori accesi scrostata  e messicani, molti messicani. non ho ancora visto uno straniero, nemmeno per sbaglio. ho sfoggiato il mio spagnolo zoppicante ma in via di miglioramento. ci sono messicani sui tetti a fare chissa' che, messicani sui marciapiedi che guardano la tv per strada, messicani nelle strade indaffarati con borse della spesa. ci sono uccelli che mandano fischi sentiti nei film di mowgli, uno scenario con jungla e piante rigogliose dai fiori rosso acceso. una stanza di ostello con ventola e poco altro. un bagno degno di trainspotting. discariche ai lati dei marciapiedi, tra costruzioni in via d'estinzione e formiche in via di proliferazione.


avro' detto un mucchio di banalita' per chi ai caraibi c'e' gia' stato. per me e' la prima volta e non smetto di captare stimoli.


non apro l'argomento cibo, perche' c'e' da perdersi dentro a un taco con cebollita fritta, guacamone e salsita verde.

sabato 14 luglio 2007

fase più bella: la valigia. quest'anno non sarà uno zaino per antipatici motivi di (fondo)schiena L5 S1.

e domani mattina ciaociao aereoplanino portaci dall'altra parte del mondo giù verso i tropici a ovest che dobbiamo fare qualche nuotatina nelle acque azzurrine y ablas un poquito de espanol.

lunedì 2 luglio 2007

una domenica mattina assolata e deserta si è conclusa davanti a un piatto di ciliegie, con due rose bianche e una blu, in una casa di nonni piena di centrini e vecchie fotografie appese alle pareti. ho visto posare con leggero imbarazzo una giovane sposa con velo e crinoline e un bel ragazzo impettito nel suo abito della festa. ho sfogliato le pagine di un album conservato sulla credenza del salotto come un antico reliquiario sulla mensa di un altare, saltando tra i decenni, ammirando signorine sorridenti con cipria e rossetto in perfetto stile telefoni bianchi, facendo l'occhiolino a improbabili costumi da bagno e cappellini su spiagge ancora deserte, sedendomi sul terrazzo della casa al mare che era così spazioso.

ho perso tutti i miei nonni, alcuni prima che potessi rendermi conto di averne, altri quando ancora non avevo realizzato quanto fossero preziosi, ma ieri mi è parso di averne trovati di nuovi nel paese delle mele.

hanno un odore tutto loro, i nonni. un po' come quello dei bambini. sanno di naftalina e caramelle allo zucchero, con il soggiorno immacolato e che vergogna ricevere questa bella signorina in cucina così, mentre stiamo ancora finendo di pranzare.. almeno la tovaglia ha dipinti tutti i frutti che uno vorrebbe avere in tavola: le fragole, le ciliegie, le mele, le banane. e le ciliegie si mangiano "con gli ossi", che ho sentito che fanno bene, e così non si butta via niente. dieci a me, dieci a te.

i nonni hanno sempre due gingerini nel frigo, che non si sa mai chi viene a trovarci. e le nonne danno sempre la mancia, magari scrivendo su un bigliettino, con la loro calligrafia tremolante, dieci euro per il compleanno e cinque euro per l'onomastico.