lunedì 31 marzo 2008

A proposito della Vergine delle rocce di Leonardo:



" in quest'opera viene data molta importanza anche alla PROSPETTIVA DE' PERTINENTI  (??) cioè Leonardo i personaggi importanti li colorava e li definiva bene, invece le cose meno importanti erano poco definite, infatti nei suoi dipinti c'è la caratteristica di una nebbiolina. di questo dipinto viene fatta anche un'altra opera similissima".



" a mio parere la seconda versione è meno bella poichè è più scura ed è quasi inquietante e i bambini sembrano morti".




A proposito della Pala di Brera di Piero della Francesca:



"Alle spalle della Madonna troviamo numerosi santi tra i quali possiamo riconoscere S. Giovanni Battista con il bastone e i vestiti di cammello, S. Pietro con la pietra sul petto (era San Girolamo) S. Francesco con L'ESTIGMATE (sì, avete letto bene. elle apostrofo estigmate), S. Girolamo con il taglio in testa (era S. Pietro martire)

mercoledì 26 marzo 2008

"L'immagine riproduce l'Hera di Samo; era una kore, che ora è acefala e dà un senso di staticità. A differenza dei kouroi, le korai erano sempre vestite (questo per delineare la perfezione dell'uomo e non della donna)."



"Il gotico in Italia è molto più smorto"

martedì 25 marzo 2008

c'è una fattoria in riva al lambro con tante mucche e un distributore di latte.

infili la monetina - 10 cents al bicchiere - e scende il latte. ogni mucca a turno viene messa in uno stanzino speciale con delle ventose per succhiare il latte che attraverso tubicini trasparenti e alambicchi arriva dritto dritto alla macchinetta nella stanzina di fianco. centra il bicchiere. premi start. poi stop. e tu bevi il latte appena munto, con la schiumetta, fresco, crudo, senza bisogno di tetrapak, camioncini per il trasporto, industrie di lavorazione e cose varie. le mucche fanno muuuu. i vitellini anche. muuu. c'è odore di mucca dappertutto mentre bevi il latte. poi riprendi la bici e torni a casa soddisfatta.

sabato 22 marzo 2008

intorno al crocifisso

in questi giorni riflettevo sul fatto che nella storia dell'arte l'immagine della crocifissione è molto più diffusa rispetto a quella della resurrezione.

penso a tutti i crocifissi dipinti che sono arrivati fino a noi dal medioevo. christus patiens, christus triumphans, crocifissioni, deposizioni dalla croce, compianto sul corpo di cristo morto. quasi come se l'aspetto più crudele della vicenda di Cristo fosse più importante dell'aspetto trionfante.








il potere dell'immagine cruda, terribile, legata a un evento tanto umano quanto tragico come la morte, è mille volte più forte dell'immagine quasi ultraterrena della resurrezione.








forse è tale l'attrazione morbosa dell'uomo verso la rappresentazione del male. o forse è questa la forza di un Dio che non si vergogna di morire e di mostrare la sua morte, nella sua insensatezza.








penso alle infinite rappresentazioni di madonne con bambino, in cui il figlio porta, pur così piccolo e paffuto, i segni della sua adultità e del suo tragico destino: un grappolo d'uva come rimando al vino che diventerà sangue nell'ultima cena, lo stesso sangue che sarà versato sulla croce; un corno di corallo rosso, un pettirosso in mano, un melograno aperto con il suo succo aspro e rossastro.








maria ha spesso uno sguardo triste, che fugge lontano, conscia del destino del suo unico figlio che è quello di essere deriso, incoronato di spine, flagellato e infine ucciso.

il corpo del bambino è spesso appoggiato ad un parapetto di marmo che rimanda subito al marmo del sepolcro in cui verrà rinchiuso per tre giorni come giona fu rinchiuso nel ventre del pesce. a volte poggia il capo su un cuscino di velluto nero.



spesso ha gli occhi chiusi in un sonno che è un sonno di morte, completamente abbandonato sul grembo della mamma.






martedì 18 marzo 2008

oggi pranzavo col sole in faccia su una panchina in piazza cavour, a como, cercando di non impiastrarmi le mani con un'arancia troppo succosa e morbida, dalla buccia del tipo impossibile-da-sbucciare-senza-fare strage, forse a causa della permanenza per un paio di giorni nella mia borsa in lana cotta che sta iniziando ad essere un po' eccessiva per la stagione attuale.

c'è una sorta di mercatino con le bancarelle in legno di pino riciclate da natale, vicino a cui hanno disposto secondo uno schema piuttosto kitsch alcuni ulivi in grandi vasi che si alternano a piante di limoni in vaso e ad un giardino di erba al metro riportata da chissà quale allevamento di verde, con ciottoli sbiancati con agenti chimici di quelli che vanno tanto nei giardini più in.

mentre facevo un elenco silenzioso nella mia testa di tutti gli elementi kitsch e assolutamente evitabili che adornano la piazza in questi giorni (e come dimenticare un fantastico pozzo finto antico e finto pozzo in ferro battuto, proprio nel centro della composizione, cui si arriva tramite un vialetto chiuso da un cancelletto di altrettanto ferro battuto finto antico) due sciurette che passeggiavano lì vicino si sono fermate a rimirare le piante di limone, con questi meravigliosi limoni di sorrento pronti al punto giusto per farci un bel po' di limoncello, tutti gialli, senza imperfezioni, maturi al punto giusto..

io ammiro insieme a loro questo ben di dio di acido citrico e luce del sole e mi accorgo che i frutti gonfi e maturi sono attaccati ai rami degli alberi tramite un picciolo troppo verde e sottile per non essere.. fil di ferro.

mi sono alzata, ho buttato le bucce in un cestino piantato sul selciato al pari di un ulivo in tinozza o di un pozzo finto, e sono andata in giro con le mani appiccicose per protesta.

domenica 16 marzo 2008

la regina teodolinda ringrazia il plebeo ermanus per la consulenza.

chioccia e pulcini si inchinano. niente archi di trionfo, però.



sono stanca.

di troppe cose

martedì 11 marzo 2008

domenica concerto in casa, o quasi. non penso di aver mai diffuso questo link musicale. non è bob dylan, nè joanie baez, ma un altro lato di me, quello più serio, forse, anche se il padre nostro in russo diventa esilarante.



"oh cara compagna natasha... ecco l'ora di cantare nostro amato brano russo.. ancora ricorda di quando in cremlino si sorseggiava vodka con caro gorbaciov a lume di candela durante le notti polari piene di bianca e freddissima neve!! e il momento di far rivivere tutto questo è arrivato a noi.. donato dal caro compagno nikolaij!! forza natasha.. vocalità russa.  siamo a seconda pagina di brano.. ora arriva parte molto romantica e un poco siberiana.. !!! concentra tua ugula.. natasha!!! guarda pubblico... vedi commozione erigersi in loro occhi? ecco la steppa che avanza... le notti gelide... il brodo sorseggiato davanti al falò di compagno george la notte di natale.. ecco.. la poesia di infanzia russa.. ora gioisci natasha!!"

martedì 4 marzo 2008