venerdì 20 giugno 2008

"Non voglio diventare il mito di me stesso"

non lo condivido in tutto, ma è un gran bell'articolo. un buon ritratto, di quelli di tre quarti, che mostrano anche le mani e i pensieri, non solo del soggetto ma anche del pittore.

quest'anno ho saltato l'appuntamento italiano con bob. ero senza tempo e senza biglietto, pioveva e più che estate sembrava inverno. ma non mi dispero troppo.. probabilmente lo vedrò a new york il 12 agosto, il mio penultimo giorno negli states.

giovedì 19 giugno 2008

ho pochi ricordi, ma netti, del mio esame di maturità.

il tema su "i fiumi" di ungaretti, che erano quattro.

la seconda prova, che consisteva nel disegnare per tre giorni di fila una composizione al centro dell'aula a base di pianta, bottiglia di plastica e bottiglia di vetro, panneggio e gesso di un volto scorticato e cavarne una sorta di opera d'arte a proprio piacimento.

la terza prova, con domande di filosofia, storia dell'arte, letteratura inglese e matematica.

infine l'orale, l'8 luglio 1999, durante il quale il baratro in cui ero piombata in matematica negli ultimi due anni di scuola non ha comunque compromesso il 100/100 finale, conquistato con una tesina sulla fotografia stampata su cartoncino rosa salmone. una tesina sudata, quanto si può sudare a 19 anni un saggio di rosalind krauss infarcito di auree e benjaminiane riproducibilità più o meno tecniche di opere più o meno d'arte.

tra gli scritti e gli orali un intermezzo in cima al lago, fatto di una notte lunghissima nell'acqua nera come il petrolio e di una chitarra sulla spiaggia dai sassi ancora caldi per il sole del giorno, cornetti appena sfornati all'alba e una mattina che è iniziata solo al pomeriggio, con due amiche e tre amici di quasi sempre.



in questi giorni guardo i miei ragazzi che conosco dall'anno scorso e che saluterò tra poco.

mi sembra di sentire il bisogno di stropicciarmi le dita e accavallare le gambe, perdermi tra i vocabolari e i fogli protocollo timbrati, alzare la mano e allungare lo sguardo alla ricerca del volto amico di un prof, probabilmente dopo una notte senza sonno, riempita da mille suggestioni dei filmacci di muccino e compagnia bella, partite della nazionale date per perse, pianoforti sulle spalle. ma chi se l'è inventata sta cosa del pianoforte?



si avviano alla vita vera, forse, con quella voglia che solo uno studente alle prese con la maturità può avere.



e dopo una bella vacanza, si spera.



auguro loro che l'università diventi un serbatoio di amicizie italiane, straniere, brevi e intense, lunghe e annacquate, nozioni, soddisfazioni, libri che col tempo riempiono gli scaffali, arrabbiature e litigi, bei viaggi in mezzo, cene improvvisate con gli avanzi e i coinquilini, città scoperte e imparate a memoria, piccole esperienze lavorative, fallimenti e feste sulla spiaggia, pendolarismo acuto o dolce pigrizia nel saltare le lezioni delle dieci, feste di carnevale e biennali di ogni tipo.



tanto gli esami non finiscono mai.

e la voglia di imparare?

giovedì 12 giugno 2008

lunedì 9 giugno 2008

il prossimo viaggio sarà un viaggio coi fiocchi: attraverserò di nuovo l'oceano, ma non mi spingerò così a sud. mi manterrò a latitudini più consuete, solo un po' più ad ovest.

come al solito le mie vacanze vengono decise e prenotate in due o tre giorni, e così è stato anche per le prossime.

un'amica ti butta lì di andare a trovarla a New York? perchè no. e quanto distano boston e toronto? che poi il giro potrebbe anche allungarsi, ma qui subentra il problema delle settimane. non oltre tre, per non spendere cifre enormi dell'aereo. e tutto il resto - o quasi - è a scrocco: avere più amici lontani che vicini dopotutto torna comodo in queste occasioni.

rivedrò jefferson, architetto bostoniano importato in italia e ri-esportato nel massachussetts. l'ultima volta che l'ho visto è stato almeno 4 anni fa in quel di venezia.

rivedrò roberto, canadese di strani incroci che a verona mi stregò il cuore ed ora è un artista e musicista. non lo vedo da sette estati.

rivedrò la bea che da venezia è finita nell'afa della grande mela. ci siamo salutate alla mia laurea.

rivedrò jason che dal texas è andato a vivere a new york con la moglie. allora non era ancora sposato e neppure laureato.

non vedo l'ora di ritrovare l'america..

mercoledì 4 giugno 2008

il giro serale con giotto concilia il pensiero.

dopo un fine settimana così intenso e così da ridere come quello che è appena passato, e dopo una camminata in uno dei posti più suggestivi del circondario, mi sento un po' vuota. tanto per cambiare.

il weekend appena passato è stato composto dalle colline trapuntate del montefeltro, una buona dose di polifonia, accento romagnolo contraffatto, scorpioni nella vasca, consoli di san marino degni del miglior assessore alle varie ed eventuali. il concerto è stato solo un pretesto per macinare chilometri sulle strade a curve, osservando il modo in cui i papaveri trasformano l'erba in seta cangiante, e gustando il modo in cui la pasta si accompagna a funghi, salsiccia e ricotta. ma è stato anche un po' tornare in gita scolastica da protagonista. che la gita dal punto di vista del prof non è così divertente.













a proposito di gite, ieri ho fatto l'ultima gita da prof di questo anno scolastico, alla volta di san pietro al monte a civate, un gioiellino romanico appollaiato su un dosso erboso che come un terrazzo esposto a sud si affaccia sul panorama mozzafiato dei laghi della brianza. ho giocato con i numeri (uno, due, tre, quattro, nove, dodici) e ho sconfitto un enorme drago rosso che trascina con la sua coda le stelle del cielo e alcuni angeli in picchiata, mentre altri angeli guerrieri lo infilzano con lance in tutta la sua lunghezza.