giovedì 19 giugno 2008

ho pochi ricordi, ma netti, del mio esame di maturità.

il tema su "i fiumi" di ungaretti, che erano quattro.

la seconda prova, che consisteva nel disegnare per tre giorni di fila una composizione al centro dell'aula a base di pianta, bottiglia di plastica e bottiglia di vetro, panneggio e gesso di un volto scorticato e cavarne una sorta di opera d'arte a proprio piacimento.

la terza prova, con domande di filosofia, storia dell'arte, letteratura inglese e matematica.

infine l'orale, l'8 luglio 1999, durante il quale il baratro in cui ero piombata in matematica negli ultimi due anni di scuola non ha comunque compromesso il 100/100 finale, conquistato con una tesina sulla fotografia stampata su cartoncino rosa salmone. una tesina sudata, quanto si può sudare a 19 anni un saggio di rosalind krauss infarcito di auree e benjaminiane riproducibilità più o meno tecniche di opere più o meno d'arte.

tra gli scritti e gli orali un intermezzo in cima al lago, fatto di una notte lunghissima nell'acqua nera come il petrolio e di una chitarra sulla spiaggia dai sassi ancora caldi per il sole del giorno, cornetti appena sfornati all'alba e una mattina che è iniziata solo al pomeriggio, con due amiche e tre amici di quasi sempre.



in questi giorni guardo i miei ragazzi che conosco dall'anno scorso e che saluterò tra poco.

mi sembra di sentire il bisogno di stropicciarmi le dita e accavallare le gambe, perdermi tra i vocabolari e i fogli protocollo timbrati, alzare la mano e allungare lo sguardo alla ricerca del volto amico di un prof, probabilmente dopo una notte senza sonno, riempita da mille suggestioni dei filmacci di muccino e compagnia bella, partite della nazionale date per perse, pianoforti sulle spalle. ma chi se l'è inventata sta cosa del pianoforte?



si avviano alla vita vera, forse, con quella voglia che solo uno studente alle prese con la maturità può avere.



e dopo una bella vacanza, si spera.



auguro loro che l'università diventi un serbatoio di amicizie italiane, straniere, brevi e intense, lunghe e annacquate, nozioni, soddisfazioni, libri che col tempo riempiono gli scaffali, arrabbiature e litigi, bei viaggi in mezzo, cene improvvisate con gli avanzi e i coinquilini, città scoperte e imparate a memoria, piccole esperienze lavorative, fallimenti e feste sulla spiaggia, pendolarismo acuto o dolce pigrizia nel saltare le lezioni delle dieci, feste di carnevale e biennali di ogni tipo.



tanto gli esami non finiscono mai.

e la voglia di imparare?

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