...il tempo non fa il suo dovere, e a volte peggiora le cose.
così diceva max gazzè in una bella canzone.
e così inizio io, cara valentina, alunna maturata a luglio e appena rivista nella tua "vecchia" scuola prima della tua partenza per venezia, per la tua nuova vita universitaria. non sapevo che alla fine avessi scelto lingue orientali proprio lì, a venezia: me l'hai detto così, ieri, durante una lezione che hai interrotto, scoprendo che anche io avevo studiato lì.
non sei la mia prima alunna che va a studiare a venezia da como, e non sarai neanche l'ultima, ma stasera ti sento molto vicina, immaginando la tua prima notte nella tua nuova casa veneziana. mi hai detto che l'hai trovata a piazzale roma, suppongo non affacciata esattamente sul piazzale, ma nel lato che dà verso santa marta. hai anche messo una foto su facebook, oggi, mia nuova amica di facebook e mia vecchia alunna dalle ciglia lunghe e dagli occhi verdi come il mare, con il canal grande visto da piazzale roma. forse non una delle vedute migliori ma sicuramente tra le prime che abbagliano i visitatori con lo splendore dell'acqua e dei palazzi.
ti immagino nella tua stanza da universitaria con la scrivania ancora libera dai libri che si accumuleranno esame dopo esame: una stanza impersonale che cercherai di fare tua, valigia dopo valigia, ritorno dopo ritorno, magari insieme ad una compagna di stanza con cui chiacchiererai all'infinito prima di addormentarti, raccontandovi a vicenda della vostra vita passata e di quella presente, pensando poco a quella futura, ché i vent'anni non sono il momento di riflettere sul poi, ma sull'ora.
ti immagino alle prese con i sughi pronti e le spese da billa, ancora poco allenata a cucinare, lavare i panni e fare tutte quelle cose superflue che fanno le casalinghe. del resto quella degli studenti è una vita al risparmio, non solo del riscaldamento in inverno, ma anche delle fatiche legate alle incombenze di tutti i giorni. del resto sono altre le cose importanti: gli appunti delle lezioni, gli spritz in campo santa margherita, le feste degli studenti erasmus, le passeggiate notturne in mezzo alla nebbia, le trasferte in treno con la musica nelle orecchie e un libro da sottolineare per tornare a casa, quella "vera" che ti sembrerà sempre meno casa. sono cose che ora non conosci nemmeno, ma imparerai ad amare, a ricercare, a riconoscere come routine quotidiana. imparerai a non poterne fare a meno. ti inserirai in quella catena infinita che è l'esperienza di tanti, che non avresti mai potuto immaginare ma è molto più comune di quanto tu possa renderti conto ora e nei prossimi anni. la rimpiangerai quando dovrai uscire dal mondo fatato degli universitari, dell'andare avanti esame dopo esame, semestre dopo semestre, con nuovi amici, nuovi coinquilini, nuovi amori e tante pazzie piccole o grandi, che segneranno per sempre la tua essenza. il liceo ti sembrerà roba da poco, anche se ti accorgerai quanto ti ha strutturato nel futuro.
mi raccomando, cara valentina, perditi nelle calli e nei campi, sbircia nei sottoporteghi ed entra nelle chiese e negli androni dei palazzi. salutami bellini e tiziano ai frari. cammina sempre con la testa all'insù e un occhio alla strada, fino a quando venezia sarà anche un po' tua, fino a quando non riuscirai più a perderti neanche volontariamente perchè ti sarà talmente entrata dentro che i sestieri non apparranno più come dei labirinti magici ma tutto si sbroglierà, i nomi torneranno, le curve e le svolte saranno impresse nei tuoi piedi e saprai raccontare a memoria il percorso per san marco o per rialto ad un qualsiasi turista che al secondo ponte si sarà già dimenticato tutto.
così diceva max gazzè in una bella canzone.
e così inizio io, cara valentina, alunna maturata a luglio e appena rivista nella tua "vecchia" scuola prima della tua partenza per venezia, per la tua nuova vita universitaria. non sapevo che alla fine avessi scelto lingue orientali proprio lì, a venezia: me l'hai detto così, ieri, durante una lezione che hai interrotto, scoprendo che anche io avevo studiato lì.
non sei la mia prima alunna che va a studiare a venezia da como, e non sarai neanche l'ultima, ma stasera ti sento molto vicina, immaginando la tua prima notte nella tua nuova casa veneziana. mi hai detto che l'hai trovata a piazzale roma, suppongo non affacciata esattamente sul piazzale, ma nel lato che dà verso santa marta. hai anche messo una foto su facebook, oggi, mia nuova amica di facebook e mia vecchia alunna dalle ciglia lunghe e dagli occhi verdi come il mare, con il canal grande visto da piazzale roma. forse non una delle vedute migliori ma sicuramente tra le prime che abbagliano i visitatori con lo splendore dell'acqua e dei palazzi.
ti immagino nella tua stanza da universitaria con la scrivania ancora libera dai libri che si accumuleranno esame dopo esame: una stanza impersonale che cercherai di fare tua, valigia dopo valigia, ritorno dopo ritorno, magari insieme ad una compagna di stanza con cui chiacchiererai all'infinito prima di addormentarti, raccontandovi a vicenda della vostra vita passata e di quella presente, pensando poco a quella futura, ché i vent'anni non sono il momento di riflettere sul poi, ma sull'ora.
ti immagino alle prese con i sughi pronti e le spese da billa, ancora poco allenata a cucinare, lavare i panni e fare tutte quelle cose superflue che fanno le casalinghe. del resto quella degli studenti è una vita al risparmio, non solo del riscaldamento in inverno, ma anche delle fatiche legate alle incombenze di tutti i giorni. del resto sono altre le cose importanti: gli appunti delle lezioni, gli spritz in campo santa margherita, le feste degli studenti erasmus, le passeggiate notturne in mezzo alla nebbia, le trasferte in treno con la musica nelle orecchie e un libro da sottolineare per tornare a casa, quella "vera" che ti sembrerà sempre meno casa. sono cose che ora non conosci nemmeno, ma imparerai ad amare, a ricercare, a riconoscere come routine quotidiana. imparerai a non poterne fare a meno. ti inserirai in quella catena infinita che è l'esperienza di tanti, che non avresti mai potuto immaginare ma è molto più comune di quanto tu possa renderti conto ora e nei prossimi anni. la rimpiangerai quando dovrai uscire dal mondo fatato degli universitari, dell'andare avanti esame dopo esame, semestre dopo semestre, con nuovi amici, nuovi coinquilini, nuovi amori e tante pazzie piccole o grandi, che segneranno per sempre la tua essenza. il liceo ti sembrerà roba da poco, anche se ti accorgerai quanto ti ha strutturato nel futuro.
mi raccomando, cara valentina, perditi nelle calli e nei campi, sbircia nei sottoporteghi ed entra nelle chiese e negli androni dei palazzi. salutami bellini e tiziano ai frari. cammina sempre con la testa all'insù e un occhio alla strada, fino a quando venezia sarà anche un po' tua, fino a quando non riuscirai più a perderti neanche volontariamente perchè ti sarà talmente entrata dentro che i sestieri non apparranno più come dei labirinti magici ma tutto si sbroglierà, i nomi torneranno, le curve e le svolte saranno impresse nei tuoi piedi e saprai raccontare a memoria il percorso per san marco o per rialto ad un qualsiasi turista che al secondo ponte si sarà già dimenticato tutto.
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