ho saltato qualche tappa. un'altra isola, un'altra storia a Holbox. con strade di sabbia e spiagge bianchissime, isolotti deserti e una laguna piu' bella di quella di venezia. fenicotteri rosa non visti, ma delfini che hanno nuotato nella nostra scia, pellicani e cormorani appollaiati su banchi di sabbia trasportati dall'uragano, di cui si vede ancora traccia dopo due estati negli scheletri delle case e negli occhi di chi racconta il disastro. e ancora, storie di italiani che hanno lasciato l'italia e hanno disceso qualche parallelo, percorso qualche meridiano, e iniziato una nuova vita aprendo un campeggio, un'agenzia di viaggi, delle palapas sulla spiaggia.
poi la pioggia verso valladolid, e la sorpresa di una cittadina ordinata secondo il consueto schema a isolati, disordinata secondo il consueto schema messicano, con zapaterias ad ogni angolo, cocina economica al bazar da lasciarci il cuore, favolosi refrescos preparati con la pitaya, un frutto color dell'evidenziatore con una polpa bianca dolce semini neri sottili. citta' coloniale, con un monastero costruito sopra al cenote, per approvvigionarlo d'acqua, e altri cenotes sparsi nella campagna circostante, sotterranei, scavati nella roccia, con fantasmagoriche stalattiti tra cui nuotare come alghe perenni, guidati da un raggio di luce che filtra da un'apertura nel terreno e fa entrare anche uccelli che non sono solo pipistrelli, e ti fa scorgere pesci gatto neri mentre nuoti sotto un cielo di roccia.
ancora, chichen itza', meraviglia del mondo, un po' troppo ricostruita, secondo chissa' quali criteri. imponente, minacciosa, soprattutto grazie a un cielo plumbeo di temporale pomeridiano che scatena vento e tuoni e spazza via la polvere tra gli spiazzi millenari e le ripide piramidi.
e poi izamal, la ciudad amarilla, tutta gialla, con due poli: un convento e una piramide, quasi a sottolineare questa doppia anima dei maya, che si percepisce ancora nei volti rugosi delle donnine yucateche che indossano i loro abiti dai ricami colorati e pregano con devozione la statua incoronata di maria.
ora sono a merida, ma di questo raccontero' un altro giorno