mercoledì 31 ottobre 2007

Mi si chiede di scrivere, e scriverò.

Scriverò di due artisti francesi, Anne e Patrick Poirier, che mi hanno incantato l'altro pomeriggio in una buia aula universitaria con il loro semplice racconto di una vita trascorsa insieme, in un grand tour / pellegrinaggio tra rovine e parchi archeologici dal levante all'occidente, da villa adriana alla cambogia, cercando di preservare con sottile carta giapponese e petali di fiori l'antica fragilità del passato.

Suggestionati dall'apparente grandiosità dei monumenti antichi, resi deboli, piccoli e frammentari dallo scorrere del tempo e dall'accumularsi dei detriti che una nevicata durata per secoli ha coperto, nascosto, inglobato, si sono dati da fare insieme, per riportare alla luce non solo il frammento materiale, ma l'anima che a lungo è stata sepolta con esso.

2 commenti:

  1. E scrivi sempre magnificamente :-)

    Brain

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  2. Se i Poirier ti hanno incantata con le loro alchimie di petali e carta di riso, t'innamorerai di Sylvain Tesson...sarai ammaliata dal suo "petit traité sur l'immensité du monde", dai récits delle sue traversate del globo pedibus calcantibus, e dallo scoprire che porta sempre con sè a mo di giustacuore un taccuino di carta di riso...dove ritraccia con parole le altre sue tracce che neve o sabbia inesorabilemente cancellano

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