sabato 25 febbraio 2006
carini, la ila se ne va a venezia a prendere un'altra boccata d'aria..
ci sentiamo tra qualche giorno. speriamo con buone notizie.
:)
mercoledì 22 febbraio 2006
pendolibro
Oggi ho finito il mio primo pendolibro, neologismo coniato in questo istante per identificare un libro letto sul treno mentre vado/torno a/da milano. sarebbe un peccato non sfruttare tutte queste ore buttate via a spostarmi dal paesello alla grande città.
(ringrazio il cielo di essere sfuggita a questa tortura durante l'università)
(preciso anche che non so quanto tempo riuscirò ad andare avanti in questo modo).
il pendolibro naturalmente non deve essere un mattone tipo un trattato del 1835 sull'influenza del disegno bolognese del seicento nelle incisioni venete degli alunni di molmenti, perchè altrimenti alla prima stazione dopo la partenza cadrei in uno stato comatoso irreversibile.
il pendolibro della settimana è stato un modesto tascabile feltrinelli, amrita di banana yoshimoto per la precisione, acquistato mesi fa per un euro su una bancarella dell'usato. a parte il fatto che mi ha ricordato un sacco la mia cara ex coinquilina romagnola cinzia detta mascia (soprannome residuo del grande fratello dell'annata di convivenza) che dopo una laurea in giapponese si è trasferita a tokyo o comunque da quelle parti lì (beata lei!) segnalo una frase che mi ha colpito alquanto (mentre tutto il resto del romanzo l'avrò dimenticato entro la fine di febbraio):
La bellezza è prendere qualcosa nelle mani, e poi lasciarla andare. Non si possono afferrare con forza il mare e il sorriso degli amici che se ne vanno lontano.
Ecco, pensavo potesse piacere anche a voi. sì è seria ma è bella.
lunedì 20 febbraio 2006
sempre riguardo al post di ieri sui miei problemi di lavandino senza fondo, le mie care bimbuzze del minivolley, anzi per la precisione la mia preferita, ilaria, mi ha risollevato il morale. in un momento di caramellite acuta, durante una pausa tra una minipartita e l'altra, è saltato fuori il discorso del dimagrire (mentre ingoiavamo qualche decina di haribo a testa), e la mia simpatica ed omonima sbadatella mi ha rasserenato, assicurandomi candidamente che non sono per niente grassa.
queste sì che sono soddisfazioni.
domenica 19 febbraio 2006
vi prego aiutatemi! è un po' di tempo che non penso altro che a mangiare, mangiare, riempirmi lo stomaco di carboidrati e schifezze varie.
la mia cena di stasera: avanzi di bocconcini di pollo con i carciofi (ma proprio pochi!), PANE e philadelphia, fetta di pandoro superstite da natale, due quadretti di cioccolato bianco. non vi dico il pranzo di oggi, me ne vergogno profondamente.
vi prego mettetemi sotto chiave gli armadietti della cucina, il frigorifero, le biscottiere e qualsiasi luogo dove possa reperire cibo che non sia verdura e frutta fresca, altrimenti alla fine dell'inverno non avrò più vestiti da mettere perchè saranno tutti striminziti.
giovedì 16 febbraio 2006
non pensavo assolutamente di respirarlo così a pieni polmoni, questo spirito olimpico di cui si sente tanto parlare in tv in questi giorni, ma non c'è come averlo attraversato quasi per caso in questi due giorni per esserne stata completamente rapita, riempita, travolta.
che io scio da quando ho sette anni, ma non mi ero mai sognata bode miller, e invece stanotte è successo anche questo. merito della giornata trascorsa insieme alle tappe della combinata, alle 12 la discesa libera, alle 5 la prima manche e alle 7.30 la seconda manche dello slalom speciale. con le reti azzurre che segnano la pista, i cappelli arancioni degli animatori, la voce limpida dello speaker, i campanacci dei tifosi rumeni, le bandiere sventolate tutte insieme.
poco importa se giorgio rocca non ha preso nessuna medaglia, mi sarebbe dispiaciuto di più se l'avessi seguito in tv. ma lì è tutta un'altra cosa. un po' perchè intanto ti devi abituare alla velocità spaventosa a cui scendono questi armadi, che in tv non si capisce proprio un bel niente, e un po' perchè la gara in sè non è poi così importante. è una grande festa.
e ti sorprendi a fare il tifo per il discesista brasiliano di rio de janeiro che non ho ben capito dove abbia trovato la neve per allenarsi.
e ti dispiace vedere walchhofer così
del resto è tutto un miscuglio di grandi emozioni che una esce un po' frastornata, felice, stanca, agitata, e appagata. perchè basterebbe così poco a vivere tutti insieme felici e contenti. non è una banalità, è quello che ho avvertito in questi giorni.
dite che l'ho vinto io il premio come miglior "striscione" delle olimpiadi??
altre foto le trovate qui
domenica 12 febbraio 2006
Stasera ho fatto il pieno. Di emozioni, di lacrime, di tenerezza, di buon cibo indiano, di ricordi, di affetto. Non riesco a smettere di piangere, è un pianto intenso, sento che può farmi bene una volta fatto un passo in avanti. Non è stato semplice, ma ringrazio Dio per avermi fatto trascorrere questa serata in questo modo. Non sapevo di poter amare una persona con questa intensità, anche ora che appartiene al mio passato. O forse non mi ero accorta di quanto questa persona sia radicata dentro di me, al punto di non avvertirla quasi più come altra, ma come parte di me stessa.
giovedì 9 febbraio 2006
dimenticavo..
ci tenevo anche a tirarmela un bel po' e a dire che il mio adorato fratellino ha VINTO due biglietti per le olimpiadi: discesa libera della combinata. naturalmente ha chiesto alla sua adorata sorellina di accompagnarlo. che tesoro!
qualcunaltro sarà in zona sestriere martedì prossimo?
deve essere una legge dell'universo
mettiamo che una passa mesi senza combinare un bel niente dalla mattina alla sera e poi si ritrova con un lavoro part time ma pur sempre interessante che ha iniziato da circa due giorni o poco più e la chiamano una bella mattina e le annunciano la possibilità di un lavoro alla biennale di venezia. così per sport.
cercavo instabilità, eccomi servita. :)
cmq per ora resto qui, il colloquio, se mai ci sarà la possibilità del lavoro veneziano, non sarà prima della fine di febbraio, in data ancora da destinarsi.
qualcuno offre di più?? :P
lunedì 6 febbraio 2006
nel giro di una settimana o poco più mi è cambiata e non poco la vita. fatico ad adeguarmi a questi cambiamenti, ma non posso farci molto.
oggi primo giorno di lavoro, anche se non ufficiale, in questa lussuosa galleria d'arte del centro di milano, che vende dipinti dell'ottocento. a parte il vestiario che deve essere un minimo infighettato, e uno dei due proprietari che dicono sia una vipera, l'altro socio e l'altra ragazza che lavorano lì dentro sembrano molto disponibili e gentili.
è successo tutto così in fretta. sono dovuta andare un saltino a venezia. non è stato un semplice saltino, forse era da troppo che non ci tornavo, forse ho rivisto persone giuste nel momento giusto, forse la primavera è arrivata un po' prima lì. sta di fatto che purtroppo sono stati solo tre giorni, intensi ma troppo pochi, per cacciarli nel posto dei bei momenti vissuti dove si va a ripescarli ogni tanto. non sono riuscita a metterli via, per ora: sono qui che mi passano davanti agli occhi, a loro volta generatori di sogni.
e questi sogni si scontrano con la realtà, di cui non posso e non voglio lamentarmi. cercavo un lavoro, e l'ho trovato. per quanto sia un part time, mi pagano e mi assumono regolarmente, e andrò ad occuparmi della mia adorata pittura.
resta il fatto che questo limbo in cui ho galleggiato negli ultimi 7-8 mesi si sta smaterializzando. peccato perchè ci avevo fatto l'abitudine.
venerdì 3 febbraio 2006
che qui è un bel po' diverso da lì.
dall'alto della collina la neve e sotto un mare di nebbia qui.
dall'alto di un'altana una cupola e il sole tiepido mischiato all'aria del mare lì.
o ancora, gli antichi palazzi con le pareti sbiadite e i campanili svettanti.
e io non posso raccontarvi il profumo della libertà. non posso raccontarvi la tenerezza degli amici. non posso raccontarvi il succo di un'arancia mangiata su una panchina al sole delle zattere. non posso raccontarvi la musica, da handel a dylan. non posso raccontarvi la crema di una frittola. non posso raccontarvi della mia quintessenza hippie. non posso raccontarvi delle chiacchiere sulla fondamenta. non posso raccontarvi di un dvd sul lettone.
venite un giorno con me a venezia.
per ora resto qui, un po' - tanto - triste.
e lunedì inizio a lavorare.