sempre a proposito della primavera, avrei voluto immortalare il cielo di ieri sera, perchè ci sono capolavori che la natura riesce ad allestire in modo così semplice che vale la pena di fissare oltre che nel mio cervello anche negli occhi di tutti quanti.
il cielo di ieri sera era diviso a metà. tornavo da milano in macchina, diretta verso nord, aveva da poco smesso di piovere, il sole stava tramontando a ovest mentre ad est avanzavano (o se ne andavano) nuvoloni neri che si stracciavano sopra la mia testa, quasi come quando cuoci un uovo al burro e alcune parti diventano bianche mentre le altre restano trasparenti lasciando vedere il fondo scuro della padella antiaderente. (wow che paragone poetico).
i raggi del sole, tra l'arancione e il rosa vanigliato, ce la mettevano proprio tutta a salutarmi e a ritardare un pochino la loro partenza, e soffiava un aria fresca che sapeva abbondantemente di primavera. mi sembrava di essere in un film, o in un bel dipinto di qualche autore dell'Ottocento.
devo ancora capire come mai il suono delle campane all'ave maria della sera è diverso non appena l'aria inizia a profumarsi di primavera. mille volte più bello che non in inverno. è una sensazione strana da spiegare ma quei tocchi mi fanno uscire in strada, sorvolare la gente indaffarata che torna a casa dopo una giornata di lavoro, sbirciando nelle finestre semi aperte sulla vita, annusando i profumi della pioggia e delle foglie verdi che rinascono. qualcuno ha già capito il perchè?