giovedì 30 marzo 2006

cielo vaniglia

sempre a proposito della primavera, avrei voluto immortalare il cielo di ieri sera, perchè ci sono capolavori che la natura riesce ad allestire in modo così semplice che vale la pena di fissare oltre che nel mio cervello anche negli occhi di tutti quanti.


il cielo di ieri sera era diviso a metà. tornavo da milano in macchina, diretta verso nord, aveva da poco smesso di piovere, il sole stava tramontando a ovest mentre ad est avanzavano (o se ne andavano) nuvoloni neri che si stracciavano sopra la mia testa, quasi come quando cuoci un uovo al burro e alcune parti diventano bianche mentre le altre restano trasparenti lasciando vedere il fondo scuro della padella antiaderente. (wow che paragone poetico).


i raggi del sole, tra l'arancione e il rosa vanigliato, ce la mettevano proprio tutta a salutarmi e a ritardare un pochino la loro partenza, e soffiava un aria fresca che sapeva abbondantemente di primavera. mi sembrava di essere in un film, o in un bel dipinto di qualche autore dell'Ottocento.


devo ancora capire come mai il suono delle campane all'ave maria della sera è diverso non appena l'aria inizia a profumarsi di primavera. mille volte più bello che non in inverno. è una sensazione strana da spiegare ma quei tocchi mi fanno uscire in strada, sorvolare la gente indaffarata che torna a casa dopo una giornata di lavoro, sbirciando nelle finestre semi aperte sulla vita, annusando i profumi della pioggia e delle foglie verdi che rinascono. qualcuno ha già capito il perchè?

martedì 28 marzo 2006

del perchè l'estate è meglio dell'inverno/2

si può mangiare sul tavolo nel giardino così dopo pranzo non devi neanche spazzare le briciole, le mangiano tutte gli uccellini e le formichine.


 

lunedì 27 marzo 2006

del perchè l'estate è meglio dell'inverno

è da qualche giorno che ci penso.. i motivi per cui innegabilmente l'estate è mille volte meglio dell'inverno. e guai a chi osi contraddirmi: voglio argomentazioni serie e valide. adesso mi metto a scriverli volta per volta, quando mi saltano in mente.


ad esempio, in inverno bisogna coprirsi con migliaia di strati di vestiti brutti e difficili da lavare. in estate invece basta una magliettina sbarazzina per essere supercarina, con un risparmio non indifferente di metri quadri di stoffa, acqua e detersivo per lavarla, spazio nell'armadio e nelle valige ecc.


anche per quanto riguarda le calzature, in estate sei a posto con una ciabattina carina, di due micron di spessore. in inverno il cuoio si spreca per gli stivali, gli anfibi ecc. e poi chissenefrega anche se ti bagni, tanto si sta bene con i piedi al fresco in estate. mentre in inverno vacci tu in giro con le scarpe bagnate e i piedi a mollo.


per il discorso bagnato, i capelli in estate si asciugano da soli, senza sprecare tutta quella corrente del phon, e vengono anche più carini e naturali (almeno i miei, non so i vostri).


in estate poi c'è una tale varietà di frutta e verdura che adoro, che comparata alla tristezza di quella invernale gli fa tiè. pensiamo alle melanzane, alle zucchine, ai pomodori, alle pesche, ai meloni, alle ciliegie, alle albicocche e chi più ne ha più ne metta. in inverno cosa c'è? mele e cavolfiori. puah.


bè continuo un'altra volta.

Non so voi, ma io oggi ho fatto il pieno di sole e di neve paciugosa. Ho le gambe spappolate, la faccia come un peperone, ma è stata proprio una giornata carina :)


Dichiaro concluso l'inverno e la stagione sciistica. (almeno per me).


sogni d'oro, sto per crollare sul pc.

sabato 25 marzo 2006

cioè vi rendete conto che da domenica cambia pure l'ora????? ormai la strada per l'estate è tutta in discesaaaa :)

martedì 21 marzo 2006

acquisto di primavera

è o non è iniziata la primaveraaa???


guai a chi osa contraddirmi! anche perchè ho comprato queste:



(utilissime per camminare a milano stamattina sotto la pioggia e con 9 miseri gradi)


non ho saputo resistere. a soli € 4.90

è primaveraaaa

stamattina mi sono svegliata, ho guardato la data di oggi sul calendario e ho scoperto una cosa bellissima: è iniziata la primaveraaa!!! tanti tanti auguri a tutti!! buona primavera!!!

sabato 18 marzo 2006

la festa di san patrizio mi fa tornare nel cuore un pezzettino di irlanda che avevo fatto mio ormai tanti anni fa.


la associo ai bigliettini d'auguri che, ogni anno, per diversi anni, la mia "mamma" irlandese mi ha scritto in quella sua grafia dolce, posata, corsiva. anita è morta qualche anno fa, lasciando tre figli e un marito in una casa di dublino con la porta rossa. vorrei ricevere ancora quei bigliettini, vorrei ricevere ancora quelle lettere in cui mi raccontava delle sue piccole gioie, dei suoi grandi problemi, vorrei ricevere ancora quelle fotografie che mi mostravano come cresceva bene megan, e come diventava sempre più bella aimèe, o sempre più alto paul. il marito mi aveva portato, una sera, su una collina appena fuori dublino. era la notte di san lorenzo, e avevo spiegato a lui e alle due bimbe la storia delle stelle cadenti, e dei desideri. mi avevano insegnato che "esprimere un desiderio" si dice "to make a wish": quasi più bello in inglese che non in italiano.


anita mi aveva fatto un sacco di regali prima della mia partenza: un paio di orecchini verdi come l'irlanda, una rana con l'ombrello con attaccate delle "wind-chimes", una piastrella con inciso quell'irish blessing che ho imparato a memoria e ho più volte ricordato. l'estate successiva ero tornata a trovarla per qualche giorno, e mi aveva lasciato un magnifico libro di irish poetry, su cui ha scritto a penna ILARIA. All my Love. Anita. See you soon 1998. 


c'è una poesia che già da allora mi aveva colpito, e vado a rileggere ogni volta che apro quel libro, e fa così:


The meeting of the waters (Thomas Moore)


There is not in the wide world a valley so sweet
As that vale in whose bosom the bright waters meet;
Oh! The last rays of feeling and life must depart,
Ere the bloom of that valley shall fade from my heart.


Yet it was not that Nature had shed o'er the scene
Her purest of crystal and brightest of green;
'Twas not her soft magic of streamlet or hill,
Oh! no, - it was something more exquisite still.


'Twas that friends, the belov'd of my bosom, were near,
Who made every dear scene of enchantment more dear,
And who felt how the best charms of nature improve,
When we see them reflected from looks that we love.


Sweet vale of Avoca! how calm could I rest
In thy bosom of shade, with the friends I love best,
Where the storms that we feel in this cold world should cease,
And our hearts, like thy waters, be mingled in peace.


mi piacerebbe tornare a trovare anita, e ringraziarla, e lasciarle un fiore, perchè è soprattutto per merito suo che mi sono innamorata dell'irlanda, di dublino, degli u2, dei trifogli, e della sua magnifica famiglia, che è diventata anche la mia. 

giovedì 16 marzo 2006

pescatori di camogli findus

qualcuno è arrivato al mio blog cercando queste parole... mah.

ecco il sogno di stanotte

vado a sentire un concerto bellissimo, in un teatro che potrebbe essere gli arcimboldi di milano, ma che non è così lussuoso. ho il posto in diciottesima fila, sono con il mio ragazzo (che, vi giuro, non ho capito a chi corrisponda nella realtà, ma è lì, è una persona ben definita, e gli sto appiccicata). ad un certo punto, a palcoscenico ancora vuoto, mi alzo, vado a fare un giro nella galleria, dove c'è una stanzina con le pareti panna e gli stucchi dorati, in stile teatro alla scala, e c'è un bancone con dietro un tizio sulla cinquantina, hippie, capello lungo grigio, occhialini rotondi, che sembra l'addetto a distribuire bibite, e iniziamo a parlare e a cantare una canzone di de andrè. dalla porticina dietro si sente qualcuno che si aggiunge al canto, ed è proprio lui, de andrè, con una sigaretta in una mano e la chitarra nell'altra. io non ci sto più nella pelle, gli stringo la mano, lui è gentile con me, mi sussurra qualche parola, poi se ne va di là.
io corro a cercare il mio ragazzo, che nel frattempo è avanzato di fila, e ci mettiamo praticamente sotto al palcoscenico, in due posti liberi, dove un pianoforte a coda ed un microfono stanno immobili nella semioscurità. e aspettiamo l'inizio.


adesso vi dico anche gli spunti da cui ho elaborato il sogno:


questo


e questo



 

martedì 14 marzo 2006

Most of the time
I'm clear focused all around,
Most of the time
I can keep both feet on the ground,
I can follow the path, I can read the signs,
Stay right with it, when the road unwinds,
I can handle whatever I stumble upon,
I don't even notice she's gone,
Most of the time.


Most of the time
It's well understood,
Most of the time
I wouldn't change it if I could,
I can't make it all match up, I can hold my own,
I can deal with the situation right down to the bone,
I can survive, I can endure
And I don't even think about her
Most of the time.


Most of the time
My head is on straight,
Most of the time
I'm strong enough not to hate.
I don't build up illusion 'till it makes me sick,
I ain't afraid of confusion no matter how thick


I can smile in the face of mankind.
Don't even remember what her lips felt like on mine
Most of the time.


Most of the time
She ain't even in my mind,
I wouldn't know her if I saw her
She's that far behind.
Most of the time
I can't even be sure
If she was ever with me
Or if I was with her.


Most of the time
I'm halfway content,
Most of the time
I know exactly where I went,
I don't cheat on myself, I don't run and hide,
Hide from the feelings, that are buried inside,
I don't compromised and I don't pretend,
I don't even care if I ever see her again
Most of the time.


Bob Dylan

sarà la primavera (che non si può dire sia arrivata, ma insomma io guardo il calendario che mi dice che tra una settimana l'inverno finisce eccheccavolo) ma vorrei dormire per giorni interi. com'è questa storia? qualcuno mi dia una dose di caffeina mischiata a ginseng e robe varie altrimenti mi addormento qui sulla tastiera che non mi sembra proprio il caso.


zzzzzzz


che dirvi? ben poco succede ultimamente. sono in attesa, di non so bene cosa.. qualcosa che piova dal cielo e possibilmente non sia un asteroide o un pezzo di navicella spaziale.


sì il lavoro va bene, ma mi occupa solo mezza giornata, e sto meditando di entrare nel mondo delle commesse part time.


la domanda che mi pongo però è: ma io ho passato tutti questi anni sui libri per questo? è un po' deludente. vorrei non aver mai finito di studiare. perchè almeno quando fai l'università hai degli obiettivi ben definiti da raggiungere: passare un esame, poi passarne un altro, e un altro ancora, mentre nel frattempo ti diverti come una pazza a fare la vita da squattrinata in un vecchio appartamento polveroso e incasinato.


invece sono qui a rompermi le scatole.uffi.

venerdì 10 marzo 2006

bilanci

l'inverno ha fatto strage nel giardino grasso. morti, feriti, alcuni dei quali moribondi, altri solo lievemente contusi.


oggi ho portato un po' di sollievo sul campo. le erbacce quelle non muoiono mai, anzi hanno approfittato del caldino umido della serra artigianale in cui ho racchiuso le mie adorate piantine grasse (in alcuni casi, operazione inutile).


mr. paletta ha sofferto, ma sono certa che si riprenderà. anche mongolfierino che è giovane ha ancora tutta l'estate davanti a sè per crescere sano e forte. la fenice mi ha sorpreso in positivo perchè ha tenuto duro, mentre altri simpatici abitanti del giardino non ce l'hanno fatta...


 

domenica 5 marzo 2006

primo fantastico estenuante giro in bici dell'anno 2006..


questo pomeriggio non potevo restare in casa a deprimermi, così ho scelto di affrontare l'inverno, fargli "tiè" e gironzolare a vanvera per i colli della brianza. il sole c'era, non faceva troppo freddo, del resto siamo al 5 di marzo eccheccavolo, così mi sono sigillata ben benino, ho dato una gonfiatina alle gomme e una pulita veloce a sellino e manubrio.


ora sono pressochè distrutta, ma ne è valsa la pena.


domani andrò a sciare, con tutta questa bella neve fresca.


puff.

sabato 4 marzo 2006

Ci sono periodi più o meno dylaniati. Quando si sta per avvicinare la data di un concerto, ad esempio, raggiungo picchi di intensità che pochi altri sfiorano, oppure appena trascorso il concerto, quando tutto ciò che mi circonda si presta ad una lettura attraverso gli occhi, i versi e le musiche di bob. Tipo che guardo il calorifero e mi vengono in mente quegli "heat pipes" that "just cough", oppure vedo un mazzo di carte e si proietta davanti a me un "jack of hearts" insieme alla sua lily, o ancora faccio la pipì e mi ricordo che bob si era messo a cercare i "commies" anche nella sua "toilet bowl" (senza peraltro trovarne nessuno).


Questo periodo è davvero allucinante, tanto più se penso che non c'è nessun concerto in arrivo, almeno prossimamente, e l'ultimo concerto è stato a novembre, quindi è ormai trascorso un discreto lasso di tempo per placare gli animi. Sta di fatto che non ascolto altro che bob bob bob. Qualcuno mi salvi :)


Ho messo da parte anche il buon caro pendolibro (che questa settimana è La montagna delle sette balze di Thomas Merton, regalo di un amico) e sul treno non faccio altro che ascoltare bob bob bob.


Tra un po' prevedo che mi passerà, per ora ci sto ancora dddentro.


Probabilmente questa indigestione mi serve a mettere da parte problemi esistenziali pressanti e rilevanti, che al momento non possono essere risolti, perchè lo confesso non sono molto serena ultimamente. Ho come un punzecchillo sotto il sedere che non mi lascia stare comoda spaparanzata su un divano ma sempre in piedi, in piedi, ad aspettare chissà che, dato che non lo so nemmeno io quello che voglio.


Stanotte ho sognato il Nord, ovvero una meravigliosa distesa di rocce e prati in riva al mare, popolate dai gabbiani e da qualche cavallo, un luogo che avrebbe potuto essere la scozia delle highlands, in una giornata di inverno che però era in estate, sotto la luce di un tramonto che però avveniva alle due meno un quarto del pomeriggio (ricordo di aver guardato l'ora). Ero felice di essere in un posto simile, ero felice di esplorare un altro pezzettino di mondo, ero inondata da questa luce dorata che si trasformava in un crepuscolo frizzante. Osservavo tutto dal finestrino di un pullman che si spostava molleggiando tra le curve di una stradina isolata.

mercoledì 1 marzo 2006

sempre viva bob...

...perchè gli uccellini prendono un semino in un campo e lo portano in un altro, e l'arancione è un colore proprio bello per dormirci, e non so giocare a poker ma sono curiosa di guardare la fine della partita di natale.


e venezia ogni volta mi riserva  preziose sorprese che poi mi accompagnano nella vita più monotona, insieme a qualche coriandolo tra i capelli e ad un paio di versi di una canzone che fa più o meno così: turn, turn, turn again, e ancora turn, turn, to the rain and the wind.


sull'altana questa volta faceva freddo, tirava un vento gelido che però lucidava alla perfezione il mondo intorno.


a domani