la forma delle sue dita che saltellavano da un tasto all'altro della chitarra con una leggerezza inaspettata è la stessa di quando sette anni fa veniva a darmi qualche lezione che inevitabilmente si trasformava in un suo concerto, con le orecchie della sottoscritta tese a captare ogni nota, consapevole di non essere in grado di diventare neanche di un decimo della sua bravura. ero anche un po' innamorata di lui. pretendevo di insegnargli a disegnare. scambio alla pari di conoscenze. finivamo col parlare (molto), suonare (poco), cantare, ridere.
stasera sono andata a trovarlo nella sua casettina nuova, dove abita insieme alla sua ragazza. sempre uguale lui, con un paio di chitarre e una batteria luccicante in più, messe in bella vista nella sua saletta insonorizzata. sempre la stessa espressione quando suona. batte il tempo con il piede. le labbra unite che si muovono ad assecondare la sua concentrazione. respira con il naso seguendo i cambi di scala.
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