martedì 29 agosto 2006

strano questo rientro. il mio primo vero rientro dalle vacanze. talmente strano che sono al lavoro a cazzeggiare. prendere il treno all'1, con il solito abbiocco da seveso a milano, svegliarsi con un caffè in stazione, camminare fino in galleria facendo le tappe tra i residui dei saldi. tutto sembra così vuoto noioso prevedibile.


probabilmente perchè la mia vita si è arricchita di un bel po'. basta guardare la lunga lista di nuovi contatti su messenger, che detto così sembra un po' riduttivo, ma dietro quella lunga lista ci sono polpastrelli, volti, voci, profumi di persone che prima non c'erano. e ora sì.


qualcuno si è preoccupato che mi fosse venuta la crisi da blogger o che avessi lasciato il cuore in andalusia. in effetti ci ha azzeccato con entrambe le opzioni.


l'estate è finita così di colpo che vorrei che arrivasse la primavera.


ho un po' di motivi per essere felice o perlomeno un po' eccitata.

tipo che oggi esce modern times (e io non l'ho ancora comprato!!). o anche tipo che settembre è il mese dei buoni propositi e della pianificazione di un sacco di cose. ho un paio di ideuzze per la testa. un esame da passare per essere ammessa alla scuola per diventare prof.

se non dovesse riuscirmi questo piano A, c'è sempre il piano B che consiste nell'iscrivermi al biennio a brera, tanto per avere un'altra laurea e rimettermi sotto con cartoncini 100x70 e materia pittorica.

e poi ho bisogno di rimettermi a cantare, a studiare, ad andare sulla mia adorata bici.

venerdì 25 agosto 2006

il sole, il sonno e la grandine

la casa sembra sempre più grande, o più piccola, al ritorno da un lungo viaggio.


l'estate pare scomparsa all'improvviso. ad accogliermi una sonora grandinata a bordo dell'aereo appena fermato in pista, con i sandali (quasi) nuovi che assaggiano l'acqua. il cielo da sopra e poi da sotto è così diverso.


piccoli grandi cambiamenti di rotta negli ultimi giorni. vi avevo lasciato a baeza, e a baeza ho lasciato buona parte delle foto. puff. scomparse. è stata una botta, spero di recuperarne il più possibile dai compagni di viaggio, maledette camere digitali.


dopo baeza, dove mi ha rimorchiato emilia, la fanciulla spagnola dell'internet cafè, sono partita per cordoba, ultima tappa prima dell'aereo a madrid. lì ho incontrato 5 pazzi in pulmino da rimini, mentre ero alle prese con una bottiglia congelata di "nestì" che cercavo di versare in un bicchiere, seduta ad un tavolino di un lunedì pomeriggio andaluso.


nel loro appartamento ho cucinato e mangiato pasta, ho riso, cantato, suonato, ricevuto proposte indecenti, come quella di fare una piccola deviazione a valencia. e così il giorno dopo abbiamo macinato centinaia di chilometri insieme, diretti alla playa, sul loro pulmino spazioso. quando si dice  lasciarsi trasportare dagli eventi.. è quello che ho saputo fare meglio. l'ho imparato giorno dopo giorno. e sapete una cosa, è una sensazione meravigliosa.


cavalieri divertenti, mi hanno accompagnato nell'ultimo giorno del viaggio, cercando di scacciare la tristezza per il ritorno imminente, coccolandomi come solo 5 ragazzuoli possono coccolare una chica che viaja sola.


ora sono qui con la pelle scura, uno zaino quasi vuoto, cartoline da imbucare, poche foto da riguardare. gli occhi stanchi, il fuso orario della spagna, la guida pastrugnata con sottolineature, asterischi, punti esclamativi, nuovi nomi e indirizzi. e molto molto altro. ma lo racconterò un po' per volta, che è ora di fare lindos suenos.

domenica 20 agosto 2006

le spose andaluse

la prima sposa e' arrivata su un calesse, con un lungo strascico di pizzo, accompagnata credo dal fratello e da due bimbe damigelle vestite tutte carine. nella chiesa di san pablo a ubeda l'attendeva una specie di coro composto da donne in costume andaluso arancione a balze, con scialle blu e il pettinino tra i capelli, e da uomini vestiti da toreri con cinturona rossa alta, che hanno subito intonato un canto tra il gioioso e il patetico, accompagnati da chitarre flamenche e percussioni, oltre che dal sensualissimo battere di mani. una ragazza ha cantato da sola alcune strofe del padre nostro, con una voce bellissima e triste allo stesso tempo.


la seconda sposa era gia' in chiesa, in sant'isidoro. la cerimonia quasi al termine, molto piu' "normale", con un tenore e un soprano accompagnati dall'organo che hanno intonato il panis angelicus e un curiosissimo "signore delle cime" all'offertorio, in italiano. un numero sproporzionato di invitati, la basilica era grande, tutti elegantissimi, le statue processionali della semana santa con i volti straziati dal dolore, le lacrime di cristallo sulle guance, i merletti e i velluti dei costumi, erano nelle cappelle adornate di fiori e candele, ori e argenti.


sono nella provincia di jaen, a baeza. ieri ero a ubeda. due paesi patrimonio dell'umanita'. e' l'ora della siesta che dura dalle 2 alle 6 del pomeriggio, e non c'e' molto da fare dopo aver visitato tutto questo ben di dio di architettura rinascimentale. tutto e' chiuso, perche' e' siesta, e' domenica, e' agosto, e' andalusia.


a granada ho conosciuto sampei con i suoi amici e ho passato con loro un paio di giorni, a visitare l'incantevole alhambra e a perdermi sotto la pioggia tra le viuzze del quartiere musulmano, tra un te' e un narghile'. ero all'hostal venecia, strana coincidenza, decisamente il miglior posto in cui ho pernottato, con un profumo di incenso e candele nel corridoio, musica diffusa, proverbi e detti granadini appesi alle pareti, e una tisana calda al mattino offerta dai proprietari.


malaga e' stata una pazzia, con la feria e gli arrivederci e il pescado frito e la notte tra la spiaggia e il pavimento di una stanza d'ostello.


mancano pochi giorni al mio ritorno. non credo di voler tornare..

martedì 15 agosto 2006

bollettino n. 2

sto facendo i conti con un sacco di cose, dai giorni che mancano alla fine della vacanza - sigh - ai soldi che iniziano a scarseggiare, agli amici che ho trovato sulla strada ed a quelli che ho dovuto salutare.


inutile dirvi che sono un po' triste, perche` avevo trovato dei compagni di viaggio meravigliosi ma stanotte mi e' toccato salutarli. abbiamo diviso la macchina, la tenda, le risa isteriche alle 7 del mattino aspettando l'autobus per tornare al campeggio, i biscotti ai datteri, l'argilla di tarifa spalmata sulla pelle per renderla piu` bella, un'enorme padella di paella, gli abbracci.


ora proseguo il mio viaggio piu`o meno solitario, anche se in realta`un amico del gruppo - che tralaltro e`stato l'artefice dell'incontro - e` restato a malaga, almeno per oggi.


stanotte dormiro` in un letto vero, con tanto di materasso e una stanzina tutta per me in una residenza universitaria piuttosto sciccosa appena fuori da plaza de la constitucion. 33 euro non è un prezzo molto economico, ma qui a malaga c'e` la feria e tutti i prezzi sono altissimi. se non avete idea di cosa sia la feria, immaginatevi una sagra di paese con bancarelle, tendoni per mangiare ogni ben di dio, giostre, pupazzi, musica, zucchero filato. poi moltiplicatelo per mille e ancora siete lontani, perchè dovete aggiungere le niñas españolas vestite da piccole ballerine di flamenco, che si aggirano tra passeggini e lecca lecca come fossero piccole principesse.


riepilogando, dopo sevilla sono andata a cadiz, in un fantastico ostello decadente che per soli 12 euro mi ha garantito un lettino, un enorme bagno degli anni '40 che serviva all'intera balconata, e quattro amici nuovi di zecca. non ho fatto in tempo a posare lo zaino in camera che ho ricevuto da davide, napoletano doc, la proposta di andare al mare insieme a tre suoi amici (che ho poi scoperto aveva conosciuto la sera prima).

quegli stessi tre amici, emil, eli e marghe, mi hanno dato un passaggio verso sud il giorno dopo e ci siamo fermati a los caños de meca, in una fantastica spiaggia vicino al faro di trafalgar. vi do un consiglio: se volete andare in spagna al mare lasciate perdere la costa del sol, e scegliete la costa de la luz. non fate l'errore di non fermarvi a los caños, un ex rifugio di hippie dove si respira ancora una certa atmosfera alternativa. se riuscite, montate una tenda tra le dune della spiaggia e passate la notte sotto la luce della luna piena. al vostro risveglio tuffatevi nel mare (nudi o con il costume, a vostra discrezione) e lasciatevi cullare dal vento e dalle onde.

proseguendo verso sud siamo finiti al camping paloma di tarifa, vicino alla grande duna che ti fa sembrare un po' in mezzo al deserto, dove un vento impossibile gettava incessantemente in faccia minuscoli granelli di sabbia. abbiamo fatto i fanghi in spiaggia, non siamo andati a dormire prima delle 7 del mattino, abbiamo conosciuto camerieri andalusi di un certo spessore folkloristico.

e l'africa e` proprio li` davanti a te, una presenza discreta e ingombrante allo stesso momento, si intravede come un ologramma quando il vento lo permette.

ieri siamo passati da gibilterra. un universo parallelo. british. davanti al marocco. scimmie in cerca di noccioline, massicci calcarei a picco sul mare, jet che partono dietro le sbarre del passaggio a livello.


ora torno nella confusione della feria. a presto queridos.


(mi scuso con quanti non ricevono risposte ai miei messaggi, ma sono in economia anche con il cellulare).

sabato 5 agosto 2006

bollettino

fuori 42 gradi. dentro circa la meta`. sono a sevilla insieme a rickybel, questa tappa del viaggio coincideva, e per quanti di voi sono "preoccupati" posso tranquillizzarvi. tutto va bene. avrei milioni di cose da raccontare, dalle meravigliose piastrelle con cui ricoprono chilometri quadrati di muri, alla calma con cui i sivigliani affrontano una giornata d'agosto, dalle fontanelle che zampillano al centro di freschi patios alberati, alla terra ocra di questa meravigliosa regione.


ventilatori dappertutto, anche dentro alle chiese, che abbondano di stucchi dorati, statue sanguinanti, madonne piangenti. questo si`che e`barocco. 


grandi teli appesi tra gli edifici da un lato all'altro della strada, per gettare un po' di ombra sulle testoline dei passanti. cupole, horror vacui, bomberos che annaffiano le strade nella notte.


sto nel quartiere ebraico,  un'intricata matassa di calli e callette. la luce dei lampioni gialla entra nella finestra della mia stanza di sera, cosi`che sembra che ci sia sempre qualcuno ad attendermi al mio ritorno. ieri sera speravo che il ballerino di flamenco avesse raccolto il mio invito mandatogli telepaticamente mentre lo osservavo muovere i piedi sulla pedana di legno, battendo le mani, schioccando le dita. evidentemente c'e´stata una qualche interferenza e non sono riuscita a fargli pervenire  il messaggio perche`non si e`presentato, ma io ho visto che lanciava un'occhiata mentre si accingeva a danzare. 


domani ultimo giorno a sevilla. lunedi' mi trasferisco a cadice, dove non ho ancora trovato un posto per passare la notte. mal che vada, dovrebbero esserci belle spiagge.


a presto carini. un beso

giovedì 3 agosto 2006

di fermentos lacticos...

...ne avrò bisogno, ma almeno la febbre non ce l'ho più.


parto domani mattina. come al solito tutto all'ultimo minuto.


tutto stipato in 13 chili di zaino, che altrimenti la mia ernia resuscita.


sono pazza a partire da sola per tre settimane alla deriva? alcuni annuiscono con il capo, altri lo dicono ad alta voce, altri lo pensano soltanto. io so che non saranno vacanze all'insegna del relax ma come al solito dopo un viaggio di questi si torna tanto più ricchi che vale la pena aver fatto anche un po' di fatica.


ci sentiamo presto carini, a meno che non vogliate unirvi al mio vagabondaggio.

martedì 1 agosto 2006

ma perchèèèè sono a letto con la febbreeeeeeee???????????????????????????


(e giovedì DEVO PARTIREEEEEEEEE)