mercoledì 14 dicembre 2005

vabbè sì ho il cervello sbrodolato ma dopo un pomeriggio trascorso a scrivere il tema per l'ammissione al dottorato non ci si può aspettare molto. io però si aspetto, aspetto domani pomeriggio quando mi diranno quanto mi devo vergognare per le baggianate che ho scritto, tipo che devo starmene al di fuori dell'ambiente storico artistico per uno o dieci anni almeno. questo tema si autodistruggerà. speriamo che non rimanga traccia ai posteri, altrimenti potrei rimetterci la mia reputazione di laureata. vabbè. no, non è andata così male però ho paura di aver scritto una serie lunga lunga di banalità. verrò etichettata come una banalista, sempre meglio che ignorante. o forse no?


del resto non mi sono ammazzata di studio studio studio ultimamente cioè ho studiato però ieri ero in giro bell'allegra per milano a fare il colloquio più inquietante della mia vita. sono stata convocata presso questa casa editrice misteriosa alla quale avevo mandato uno degli oltre centocinquanta curriculum che ho spedito da quando sono disoccupata. naturalmente non mi ricordavo neanche più chi fosse, ma questo non importa. la cosa mi è subito puzzata perchè quando mi avevano convocato telefonicamente non avevano accennato a nessun tipo di lavoro in particolare, solo di presentarmi il giorno dopo alle 4.30 nella sede vicino a montenapoleone a milano. e io ci sono andata tutta bella infighettata, e mi riceve questa strana tizia che mi guarda con fare indagatore e comincia a farmi le domande più insistenti e strane che abbia mai sentito. più che un colloquio mi è sembrata una seduta di psicanalisi, alla quale peraltro non mi sono mai sottoposta in vita mia, però insomma la sensazione era quella. la tizia mi chiedeva: come mai ha studiato storia dell'arte? io le rispondevo e lei mi diceva "sicuramente no, c'è un altro motivo" allora le sparavo un altro motivo e lei "no, non è vero, è per un altro motivo". sembrava il gioco di fuochino fuocherello fuoco. poi mi chiede "ma lei qui cosa vuole fare?" ora signora o dottoressa o come cavolo si chiama che non si è nemmeno presentata (altra cosa losca) mi avete chiamato voi senza dirmi nulla non ho idea di quale figura abbiate bisogno "ma lei vedo che ha studiato e basta con questa tesi su belloni, ci ha perso fin troppo tempo, perchè non ha fatto una tesi su segantini?" sì perchè non su picasso o ancora meglio su monet che non ci ha mai scritto niente nessuno su quei due, ma che ideona, caspita aspetti un attimo che adesso annullo la mia laurea e seguo il suo suggerimento. e comunque grazie per aver accusato di inutilità il mio lavoro di un anno. questa comunque è solo una piccola parte della tortura a cui mi ha sottoposto, con questa serie infinita di domande insistenti sulla mia vita e sui perchè e per come. ora, io capisco che cerchiate gente motivata ma non si può arrabbiare se le dico che non ho idea di quale sia il compito esatto di un editore d'arte perchè sa, molto umilmente, sono uscita dall'università da qualche mese e lì non l'ho imparato guarda un po'. eppure gliel'ho detto più e più volte che ho una preparazione teorica e non pratica. e certo che l'impaginazione di un catalogo è importante ma non concordo esattamente con la sua affermazione secondo la quale "sono tutti capaci di scrivere un saggetto da mettere in prima pagina al libro". o meglio, sono più che convinta che tutti siano capaci di pescare un migliaio di parole a caso dal vocabolario, copiarle e incollarle sulla prima pagina. poi però sa com'è sono stata abituata a dare un senso e anche non troppo banale, non troppo approssimativo, piuttosto scientifico a quanto scrivo (fatta eccezione per questo blog naturalmente).


ad ogni modo. questo interminabile colloquio in cui proprio questa tizia non mi lasciava stare a un certo punto è terminato con tre proposte di lavoro diverse: redattore per la casa editrice, collaboratore per il museo, o ambasciatore dell'arte (ovvero detto in soldoni rappresentante di quadri). bene. interessanti soprattutto le prime due. allora la tizia cosa mi fa? mi fissa un altro colloquio con il grande capo, aspetti che vado a chiamarlo.. poi passa il grande capo il quale mi dice "interessante il suo curriculum, ora però sono impegnato, non potrebbe venire domenica nella sede staccata della casa editrice? (che è un hotel di lusso e sede di una fondazione culturale). io lo guardo strano come per dire: domenica??? e la tizia mi fa "bè no allora facciamo sabato, va bene?" io vedo andare in frantumi il weekend senese che attendo ocn ansia da molti mesi, ma mi dico "e poi se mi offrono un bel lavoro? lo butto via per un raduno niusgrupparo?" così accetto e la tizia, con aria sadica mi dice "allora venga alle 8.30. le va bene vero?" io faccio un'espressione molto strana ma accetto. machiccazzzo fa colloqui alle 8.30 del sabato mattina o alla domenica??


mi segna il nome del grande capo su un foglio e... guardate chi era il tizio in questione...


 


 

8 commenti:

  1. bè mi commento da sola ormai sono alle cozze ma era solo per dirvi che chiaramente non sto accusando questo tizio di chissà che - per quello ci pensano i giudici - però ecco io uno così preferisco che non sia il mio datore di lavoro. tutto qui :)

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  2. #6 - a chi? a voi no. al tizio sì :P

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  3. Quindi alla fine ti farai il raduno e non andrai al colloquio? Ma io non ho ben capito se il tizio è l'inquisito o chi ha scritto l'articolo :D



    Mah, solo a te capitano ste cose...alla fine ci farai davvero un libro "Dopo l'uni-senza-euro"...chiamalo così, e fanculo alla pubblicità dell'ottimismo di quello stordito di Tonino Guerra....



    Un bacio morbido e rotondo.

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  4. oddio ila hai fatto beneeeee:)

    ahaha bello questo post!!!

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  5. pensa che te farà lavorà pure la domenica...

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  6. Caspita... devo ammettere che noi poveri neolaureati siamo proprio messi male... vabbè, presto o tardi salterà fuori qualcosa anche per noi :)

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