sabato 1 aprile 2006

ridendo e scherzando (mica tanto) questo blog ha compiuto un anno qualche giorno fa (e io che mi sono pure dimenticata di fargli gli auguri!).
è da un quarto d'ora che mi diverto a leggere "cosa ho fatto oggi un anno fa" e.. cavoli, come sono cambiate le cose, com'è passato il tempo :(


credo di essere entrata nella fase della vita di una persona in cui invece che andare sempre avanti si vorrebbe tornare indietro, perchè indietro si stava troppo bene..


io adesso non posso dire di star male, ma non sto nemmeno bene. o meglio, sto bene nel vedere le foglioline nuove che spuntano dai rami scuri degli alberi, e sto ancora meglio ad osservare quegli stessi rami coperti di fiori bianchi, rosa, viola, gialli. so che sfioriranno presto, come sono già sfioriti i bulbi seminati mesi fa nel giardino. ma mi fanno star bene, perchè so che l'anno prossimo questa festa si ripeterà. sto bene quando esco dalla galleria a fine giornata e la luce in cielo mi dice che no, la giornata non è ancora finita. sto bene quando cammino accaldata per le strade di milano, magari con la giacca in mano e il sole in faccia.


sto un po' meno bene quando penso che non vorrei essere a milano, ma a venezia. si può aver nostalgia anche del sito web dell'università ca' foscari???? ieri pomeriggio, in un momento di calma piatta, mi sono messa a girovagare sul sito della facoltà, a leggiucchiare i nomi dei laureandi, a sbirciare il programma di quest'anno di storia della critica d'arte, a svolazzare con l'immaginazione da un dipartimento all'altro, salendo le scale di quegli antichi palazzi, aprendo le porticine scricchiolanti e storte che seguono la pazza geometria lagunare. ecco, a venezia la primavera non si vede con i fiori come nei campi della brianza, ma si percepisce nella luce che si riflette nell'acqua e la fa diventare più colorata, nelle finestre che sbattono al vento, nella sera che non si raffredda mai veramente.


se fossi adesso a venezia probabilmente sarei ancora in giro da questo pomeriggio, a godermi l'aria tiepida e i passi di qualche frettoloso affamato che sta rincasando. oppure me ne starei spaparanzata sul divano del mio primo appartamento insieme alle mie coinquiline, aspettando di capire cosa combinare per la serata. oppure potrei essere accoccolata sulla sedia bianca del tavolo della cucina con il ripiano di marmo grezzo freddo, le poche stoviglie delle mie cenette solitarie nel lavandino, e una tazzona di tè fumante con il cellulare e le chiavi di casa di fianco, in attesa di una telefonata.


sembra tutto così reale, eppure è tutto qui dentro la mia testa, niente è vero. pensavo che il ricordo di venezia si sarebbe affievolito con i mesi, la routine, un lavoro, ma evidentemente non ne sono mai stata troppo convinta.

6 commenti:

  1. Certo che nella comparazione delle primavera di Venezia, la Biranza ne esce con le ossa rotte...

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  2. somewhere over the rainbow.. skies are blue..

    un'abbraccione..

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  3. Innanzitutto auguri :-***

    In secondo luogo... probabilmente non hai ancora trovato la tua nuova dimensione, forse il tuo attuale lavoro non è quello giusto... la mia esperienza personale mi dice che la situazione lavorativa tende ad essere più fluida di quel che si pensa o si vorrebbe... ma troverai quello che fa per te, chi merita ottiene ;-)))

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  4. neppure io ho dimenticato la "mia Venezia"...ci sono luoghi e fitte al cuore che rimarranno per sempre legati alla nostra anima.Batsa un colore,un profumo,un suono...e sono di nuovo in quella che era la città che mi ha regalato i momenti più belli della mia vita... ti capisco cara...eccome!

    Come non sentire più nostalgia..non lo so!

    UN sorriso,

    A.

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  5. Non sentirne la nostalgia... magari ci tornerai ;-*

    Brain

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  6. parli con me Brain, o con Lailly?

    Nel primo caso posso dirti solo una cosa:già ci sono tornata, ma niente era più come prima.succede ogni volta che vivi qualcosa di meraviglioso,poi torni ed inevitabilmente un pizzico di delusione ricopre tutto,anche quando vai con la consapevolezza che sarà diverso..

    :)

    Un sorriso.

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