mercoledì 31 agosto 2005

Delle finestre aperte e altre riflessioni sull'estate.

Ieri sera la Ila si sentiva in trappola. In trappola tra i muri troppo stretti della sua stanza. Il caldo, inatteso ma assolutamente piacevole, la chiamava dalla finestra. L'aria pesante di una notte d'estate, che le mette addosso una frenesia indescrivibile, la circondava e la strattonava, attirandola verso il buio, verso il rumore del mondo, verso tutte le cose che si possono combinare in una calda notte d'estate.


Non ha combinato niente. E' rimasta imprigionata.


Se fosse stata a Venezia, sarebbe sicuramente uscita, verso mezzanotte, per godersi il silenzio interrotto da pochi passi che risuonano sulle pietre, o da fruscii di esserini notturni che si infilano negli anfratti più umidi della città, o ancora dal calmo abbandonarsi dell'acqua contro le fondamenta dei canali.


Se fosse stata a Venezia, il caldo sarebbe stato ancora più dolcemente penetrante. Il rumore della gente, dalle finestre aperte sulla calle, sarebbe stato il rumore dell'estate. Quel rumore che le manca.


E' vero, qui ci sono i grilli e le cicale. Qui ci sono le bocce che scrocchiano in lontananza.

Anche qui ci sono le finestre aperte, ma non sono mai aperte sulla strada. Da quelle finestre veneziane, da cui spesso penzolano panni stesi o cadono piccoli invisibili calcinacci, si può scappare. Da queste si può solo intuire quello che c'è fuori ma.. si rischia di restare intrappolati, e di starci anche alla stretta, perchè sì vede la libertà che sta là fuori, ma non si riesce a raggiungerla...


 

1 commento:

  1. sono finestre da cui l'aria sembra uscire invece che entrare.. arriverà il tuo vento.. e sarà molto favorevole.. devo solo attenderlo.. e se vuoi, ti aiuterò ad ingannare i giorni.. ;-) un abbraccione stellina..

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