mercoledì 26 dicembre 2007

beh buon natale a tutti. urge recupero sonno. regali inaspettati questo natale. a volte serve un po' di autostima e di leggerezza. e la campagna brianzola si trasforma subito in colline toscane.

domenica 23 dicembre 2007

il natale porta sorprese più o meno gradite. gatti in ceramica dal paese delle mele, concerti sparsi di carole e non per le chiese della brianza, aperitivi con gruppo di giovani filosofi con cui sarebbe auspicabile approfondire le conoscenze, un chilo in meno rispetto alla settimana scorsa - incredibile ma vero - tanto lo recupero subito, cicciona brufolosa che non sono altro.

finalmente sono in vacanza. con cinque pacchi di verifiche da correggere, tre esami da preparare, l'ennesima tesi da impostare, tre giorni a rimini per ridere, un capodanno da inventare, qualche regalo da comprare, pochi regali da scartare.

nel frattempo le domande sul piercing sono aumentate a dismisura. eccheccavolo ve ne siete accorte ora che ho un orecchino al naso?? prevedo natali litigiosi nelle vostre famiglie. il mio sarà nella norma tendente al basso.

lunedì 17 dicembre 2007

est

in questo momento sarei probabilmente stata tra vicenza e verona, su un treno che mi riportava a milano dalla mia prima gita da prof a venezia. peccato che la mia prima gita da prof a venezia sia saltata, grazie alla pigrizia di troppi alunni che non hanno aderito a questa bella opportunità di farmi tornare nella mia città anche solo per un giorno.

naturalmente la meta era stata scelta dalla sottoscritta molto egoisticamente, per mostrare loro dal vero il bellini il giorgione il tiziano di turno che mi appassionano ogni giorno di più mentre preparo le lezioni e riprendo i miei appunti da quell'aula O di san sebastiano.

non voglio pensare all'ultima volta in cui sono stata a venezia. troppo tempo fa, troppo doloroso. voglio pensare a tutte le volte in cui sono stata a venezia, a partire dal primo viaggio della speranza (di trovare un appartamento) di un settembre di otto anni fa. rabbrividisco nel rendermi conto del tempo trascorso. due case, sette coinquiline, decine di ospiti vaganti, centinaia tra comparse, conoscenti, amici.

il punto è che voglio tornare a venezia. voglio tornare a viverci. spero di darvi il prima possibile il mio nuovo indirizzo con sestiere, numero civico, quarto piano senza ascensore e gabinetto che funziona a intermittenza. avrei bisogno di una bella cattedra lì. magari all'istituto d'arte di fianco alla chiesa dei carmini, o ancor meglio al liceo artistico di san trovaso, poco lontano dall'accademia e dalle zattere assolate. magari accompagnata da un bel dottorato a ca' foscari, avanti e indietro dai dipartimenti sparsi per le calli più lunghe e nascoste, senza dover sopportare 40 minuti di tram e metropolitana e con il fischio dei treni che arriva solo nelle sere limpide di prima estate, dal balcone rivolto ad ovest e illuminato dai raggi del sole che tramonta.P1020773

lunedì 10 dicembre 2007

la prof si diverte così tanto a prendere in giro i suoi alunni ma stavolta la prof si vuole prendere in giro da sola.

1. ho dimenticato a scuola in un luogo che non ho ancora identificato la mia AGENDINA personale con scritti i fattacci miei, gli innumerevoli appuntamenti (dal dottore) e cazzatine varie tipo le date già fissate per i compiti in classe. potrebbe essere in un'aula, oppure già scannerizzato e inserito sul blog di qualche mio studentello, oppure essere semplicemente abbandonato solo soletto sul tavolo della sala prof.

spero che i miei alunni non vengano a sapere quando ho avuto le mie cose et similia.

2. stamattina durante un'ora di lezione iniziata dalla sottoscritta con "giotto, oltre ad essere il nome del mio cane, è anche il nome di uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi", sono stata anche in grado di rispondere "avanti!" a un'alunna che alzava la mano per fare una domanda. prego prego, si accomodi pure. dallo psichiatra.

sabato 8 dicembre 2007

se come me non avete niente di meglio da fare, andate qui e prendete due piccioni con una fava.

imparate un po' di paroline in inglese e donate un po' di riso agli affamati.

mercoledì 28 novembre 2007

la scorsa settimana aspettavo l'autobus uscita dal liceo caravaggio in cui sto facendo tirocinio e mi si avvicina il secchioncello di II A che mi saluta con fare cordiale e inizia a tempestarmi di domande e complimenti del tipo: "ma dove hai studiato storia dell'arte?" "perchè hai deciso di fare la prof?" "sai che sei più brava del professore?" "sai che da grande voglio diventare critico d'arte?" e robe del genere.

io gongolo! ho un discepolo che seguirà le mie orme e mi stima molto di più di quanto stimi il suo professore (bè per quello ci vuole poco).



stamattina, sempre a tirocinio, si avvicinano due ragazzuole di prima liceo. mi chiedo cosa mai vogliano dalla sottoscritta.

"possiamo chiederle una cosa che non centra niente??" (loro mi danno del "lei", chissà poi perchè).

"certo, dite pure" (e penso: mi chiederanno come mai ho scelto di diventare prof, o che università ho frequentato, o ancora come ci si senta a conoscere la storia dell'arte per filo e per segno nella convinzione che io conosca veramente la storia dell'arte per filo e per segno, o forse vogliono soddisfare la curiosità morbosa che hanno anche le mie alunne su tutto ciò che riguarda la mia disastrosa vita sentimentale)

"volevamo sapere..."

e l'altra "ma dai scemaaa! cosa glielo chiedi a fare??"

"ma io glielo chiedo lo stesso tanto!"

"prof non ci faccia caso è un po' pazza"

"no, non ci faccio caso, non ti preoccupare"

"ecco, hai visto!!"

"prof io non centro niente, è lei che vuole saperlo!"

"sì prof sono io che avevo una curiosità... ma quanto fa male il buco al naso? e poi se si toglie l'orecchino rimane il segno o si chiude?"

sabato 24 novembre 2007

moonlight mile

malinconia sparsa qua e là. magnifica colonna sonora di un film tra i vari mick, van, bob, jefferson, david etc.  che amplifica quel mal di testa. pioggia noiosa. tanti ricordi e un senso di insoddisfazione permanente. questo è il mio sabato sera. così è. così pare.

martedì 20 novembre 2007

Chicca recente che vince il premio "macchebbellebanalità" in TERZA LICEO, parlando di Wiligelmo e Antelami, scultori del Duecento, da mettere a confronto attraverso i rispettivi rilievi con Storie della Genesi e Deposizione dalla croce



Le due lastre hanno in comune il tema sul quale vertono, ovvero la religione, quindi Dio, che in quel periodo era il personaggio più importante.



Questa invece del gigione con l'apparecchio che l'anno scorso, in prima, parlava di sostanze carcerogene nelle tombe di tufo degli etruschi, e quest'anno ci dà prova della sua profonda conoscenza della genesi ed evoluzione della basilica paleocristiana:



All'inizio le basiliche erano in stile paleocristiano che poi si è evoluto nel tempo e veniva usato, per fare affreschi o dipingere vetrate, lo stile pagano, con delle interpretazioni diverse ed è costruita con una struttura pagana, poi col tempo cambiò struttura.



Piuttosto macabre, infine, le definizioni di "cripta":



Luogo sotto l'altare dove si tenevano le parti del corpo dei martiri



Luogo dove era custodito il cadavere del santo



Parte sotterranea della chiesa dove venivano posti i cadaveri



Si trova sotto le chiese romane
(??) es. S. Ambrogio (??), ed è un luogo dove vengono sepolti i preti o persone ecclesiastiche

giovedì 15 novembre 2007

non so da dove sia uscito il sogno di stanotte.

il fatto è che c'è stato, ed è stato molto bello.

ho sognato di fare un bambino.

ho sognato che un piccolo bambino improvvisamente si formava nella mia pancia, che diventava grande, e tonda, e soda, come una pancia che ha davvero dentro di sè un bambino. era ingombrante, la mia pancia, e la accarezzavo come una mamma che accarezza la pancia dove cresce il suo bambino.

il bambino nasceva esattamente oggi, era la metà di novembre. mi stupivo, pensavo a quando potevo averlo concepito, e con chi. ma certo, con chi lo sapevo. però l'avevo dimenticato, e non avevo intenzione di avvisarlo. e per scoprire quando, bastava tornare indietro di nove mesi, alla metà di gennaio. mi chiedevo come fosse stato possibile. per nove mesi me n'ero dimenticata, avevo portato questo bambino nella pancia, e me ne accorgevo solo oggi, quando il bambino usciva dalla mia pancia, senza fatica, senza dolore, ed era biondo, ricciolo, bello, come un gesù bambino dipinto da bellini in una madonna, con dietro il prato, e le colline, e i pastori.

non aveva un nome. non trovavo un nome. lo lasciavo lì, su un letto, in attesa di un nome che non arrivava. ero felice. nessuna paranoia, nessuna preoccupazione. avevo un bambino, uscito proprio dalla mia pancia.

mercoledì 31 ottobre 2007

Mi si chiede di scrivere, e scriverò.

Scriverò di due artisti francesi, Anne e Patrick Poirier, che mi hanno incantato l'altro pomeriggio in una buia aula universitaria con il loro semplice racconto di una vita trascorsa insieme, in un grand tour / pellegrinaggio tra rovine e parchi archeologici dal levante all'occidente, da villa adriana alla cambogia, cercando di preservare con sottile carta giapponese e petali di fiori l'antica fragilità del passato.

Suggestionati dall'apparente grandiosità dei monumenti antichi, resi deboli, piccoli e frammentari dallo scorrere del tempo e dall'accumularsi dei detriti che una nevicata durata per secoli ha coperto, nascosto, inglobato, si sono dati da fare insieme, per riportare alla luce non solo il frammento materiale, ma l'anima che a lungo è stata sepolta con esso.

sabato 13 ottobre 2007

Sono troppi i tagli che si devono rimarginare.

La convalescenza è lunga, e anche quando ti sembra di essere guarita c'è un prurito sulla cicatrice che ti ricorda incessantemente la ferita, il dolore, la tristezza dell'impotenza.

Non c'è limite alla sfortuna, poi uno si convince che da qui in poi può risalire, deve risalire, ma quando si è così deboli le gambe tremano e non reggono lo sforzo. Allora si comincia piano, forzando dolcemente i muscoli, e questi stessi muscoli il giorno dopo fanno male, eccome se fanno male, tanto più se ci si è dimenticati di averli.

Fuori c'è la vita, il mondo, che è andato avanti benissimo anche senza di te.

martedì 11 settembre 2007

cartelle e valigie

curioso come quasi due mesi fa mi apprestavo a preparare una valigia per il messico, e ora invece preparo una valigia per l'ospedale. anche se non è detto che inizi domani, speriamo che il soggiorno non sia lungo.

intanto oggi primo giorno di scuola: il mio primo primo giorno di scuola da prof.

l'anno scorso mi ero persa questa chicca così ho voluto fare la super prof e non perdermi questa bella giornata in cui tutti sono contenti di tornare a scuola, ma le due signorine L5 S1 si sono vendicate e mi hanno costretto a letto tutto il pomeriggio, dopo un'intera mattina a camuffare tra i banchi smorfie per le fitte di dolore. stasera mi è sembrato di essere tornata ai brutti tempi quando mangiavo bocconcini già tagliati in orizzontale, solo che mi manca la mia dose giornaliera di oppio camuffato in pillole azzurrine.

però è valsa la pena vedere come tutti siano diventati più belli, più grandi, più chiacchieroni, mentre i nuovi arrivati ti guardano come pulcini impauriti e ti senti un po' mamma chioccia

venerdì 7 settembre 2007

detto. sognato.

che mi devo operare e starò meglio.

che mi operavo e stavo meglio.

a dirla tutta, me ne andavo a casa con le mie gambine e un vasetto trasparente con il disco dentro. e finalmente uscivo, e c'era una festa per il paese, e vedevo tutti ma proprio tutti gli amici. finalmente. e potevo andare a piedi, e godermi il sole, il vociare delle persone. che ho solo sentito silenzio.

strano modo di (non) iniziare, proprio ora che percepivo la fine dell'estate come un inizio di chissà cosa.

domenica 2 settembre 2007

due ore al telefono possono fare molto bene in un sabato sera altrimenti uguale a tutte le altre 27 sere precedenti..

mercoledì 29 agosto 2007

sempre casa.

questo blog sta diventando più un bollettino medico ma diciamo che non ho molto altro da raccontare. finalmente sono riuscita a prenotare la visita da sua maestà il neurochirurgo che mi riceverà a palazzo il prossimo 6 settembre. il che significa un'altra settimana in questo stato semivegetativo aggravato da ormai lunga tossicodipendenza da cortisone e antidolorifico. peccato che settimana prossima inizino le riunioni a scuola, e che il 10 inizi la scuola vera e propria, dove a questo punto, vista l'estate sfumata in un insipido scorrere di mattine, pomeriggi e sere neanche troppo estive, non vedevo l'ora di andare. chissà come sarà la mia nuova prima. chissà come sarà il mio secondo anno da prof... di certo non inizierà nel migliore dei modi, o comunque non inizierà nei tempi consueti.

nel frattempo guardo la mia schiena e le vertebre che sporgono come se fossero gli spuntoni di un mostro cattivo e poi guardo le schiene normali degli altri, che si piegano, si stendono, che non odiano la propria schiena, e li invidio un pochino.

però domenica e lunedì ho avuto una visita speciale dal paese delle mele, che mi ha riportato in mexico e dentro all'estate.

giovedì 23 agosto 2007

oggi ho camminato!! ho fatto le scale, mangiato seduta al tavolo, sono stata in cucina in giardino sul divano in salotto a guardare i simpson.

piccole grandi soddisfazioni, il tutto senza l'ausilio delle stampelle.

pur nella solitudine in cui ho passato queste lunghe giornate, posso dire che ora sono passate. domani andrà meglio, zoppicherò di meno, potrò fare sempre più cose normali. spero solo di non continuare a farle da sola. e dopotutto, in tanti mi sono stati vicini da lontano.

grazie

lunedì 20 agosto 2007

dean

dal mio letto non posso non pensare a quello che sta succedendo e succederà domani nei posti dove ero solo un paio di settimane fa.

si capiscono molte cose dello yucatan se si pensa alla frequenza di queste catastrofi.

un paradiso che può diventare inferno.

per fortuna che la tempistica è stata scelta bene. un punto di fortuna nei mille punti di sfiga che ho avuto. ci mancava solo l'uragano dean...

intanto sono sempre qui a intossicarmi. ieri ho voluto fare a meno dell'antidolorifico, oggi ne ho pagato le conseguenze anche morali.

scusate il pessimismo cosmico ma ho fatto il conto e sono 16 giorni che sto in queste condizioni. sì è vero il dolore non è più come all'inizio ma mi sono anche rotta le scatole.

domani il risultato della risonanza.

domenica 19 agosto 2007

casa. letto

mi sono stufata di stare a letto, a pancia in su, guardando il soffitto o al massimo un libro tenuto in alto con le braccia che dopo qualche minuto si stancano. ho ancora negli occhi il messico, che non ho potuto salutare come si deve, che ho dovuto lasciare in fretta, non a causa di un uragano.

sarei potuta impazzire dal male.

la mia schiena mi ha giocato un brutto scherzo, non avevo mai sentito dolori simili, eh sì che sono esperta di ernie, eh sì che ero preparata, con medicine pensate per il peggio e rivelatesi perfettamente inutili perchè quel peggio era impensabile, eh sì che avevo passato tre settimane d'incanto e stava per arrivare la parte migliore. ero nella spiaggia più bella, col mare più blu che si può, in una capanna che più di paglia non poteva essere... e purtroppo non me la sono potuta gustare fino in fondo, a dire il vero quasi per niente. certo, la porta era aperta e da lì vedevo il mar caribe, la sabbia e le palme, la gente che sin dalle prime ore del mattino andava a fare il bagno, o sentivo la musica fino a notte fonda dal barettino davanti alle onde. contavo le ore che mancavano al giorno dopo, quando la medicina avrebbe dovuto farmi effetto, e provavo a non ascoltare il dolore. non sempre ci riuscivo. a dire il vero ad un certo punto non ho più resistito.

ora il dolore sta passando, lentamente, ma continuo a stare stesa ad aspettare. credo siano due settimane esatte da quando mi sono sdraiata. mi sono sdraiata sotto a un tetto di paglia, piena di sabbia e sale, e poi mi hanno sdraiato nel letto di un piccolo ambulatorio, pieno di formiche a quanto mi diceva emil. ma io non le vedevo neanche.  poi  ancora mi hanno sdraiato su un'ambulanza e poi ancora in una clinica di cancun. lì sono stata sdraiata due o tre giorni, non saprei. mi hanno alzato giusto in tempo per farmi sdraiare su quattro sedili liberi di un volo intercontinentale anticipato, mentre dormivo, perchè oltre allo stare sdraiata e a sentire dolore, è stata questa la mia terza grande occupazione. mi hanno sdraiato nell'aereoporto di madrid e ancora su un aereo per malpensa. credo che fossi dispensata dalle cinture di sicurezza. o semplicemente non ricordo che qualcuno me le abbia allacciate. un'altra ambulanza italiana mi aspettava a milano e sono arrivata all'ospedale sdraiata. così sono rimasta una notte e il giorno dopo. insomma, ormai si è capita la solfa, e non c'è poi tutto quel gusto a raccontare di essere sdraiata nel proprio letto. è molto più delizioso raccontare che ogni tanto mi alzo, con le stampelle, arrivo fino al bagno, poi torno indietro.

non sono in pericolo di vita, il mio è solo dolore, non ho avuto paura, solo male. ed è una sciocchezza rispetto ad altri mali più pericolosi. ho sempre avuto qualcuno al mio fianco, e ho pur sempre passato tre settimane in un posto d'incanto. nella foto lì sotto sembro il papa che sta dando la benedizione urbi et orbi. in realtà è un segno di vittoria sotto l'effetto della morfina perchè sapevo che tutto quello di straordinario che mi stava capitando l'avrei raccontato con un sorriso. certo non pensavo che sarebbe stato così difficile, ma nemmeno credevo si potesse essere così felici quando qualcuno ti passa sul corpo una spugna imbevuta d'acqua e sapone per togliere lo sporco e la sabbia di tre giorni prima, o quando riesci da sola a lavarti i denti reggendoti sul lavandino.

forse qualcuno avrebbe preferito sentirsi raccontare del messico, per stasera va così, ci sarà tempo anche per quello.

martedì 14 agosto 2007

epilogo



















































questo più o meno l'epilogo. difficile tentare un riassunto al momento, veramente troppo da raccontare.. per il resto andate a sbirciare le foto e se qualcuno è indeciso sulla futura meta si lasci influenzare da quello che vede, con la certezza che dal vero è ancora meglio (epilogo a parte). tornerei domani se potessi ma visti gli episodi degli ultimi 10 giorni per me sarà il caso di prendermi una vacanza dalla vacanza.

non ho nemmeno fatto in tempo a dispiacermi della fine di questa magia, forse perchè qualcun altro ha trasformato un incubo in una magia ancora più grande.

lo sai già tesoro mio, ma voglio dirtelo ancora.

venerdì 27 luglio 2007

isla holbox - valladolid - izamal - merida

ho saltato qualche tappa. un'altra isola, un'altra storia a Holbox. con strade di sabbia e spiagge bianchissime, isolotti deserti e una laguna piu' bella di quella di venezia. fenicotteri rosa non visti, ma delfini che hanno nuotato nella nostra scia, pellicani e cormorani appollaiati su banchi di sabbia trasportati dall'uragano, di cui si vede ancora traccia dopo due estati negli scheletri delle case e negli occhi di chi racconta il disastro. e ancora, storie di italiani che hanno lasciato l'italia e hanno disceso qualche parallelo, percorso qualche meridiano, e iniziato una nuova vita aprendo un campeggio, un'agenzia di viaggi, delle palapas sulla spiaggia.


poi la pioggia verso valladolid, e la sorpresa di una cittadina ordinata secondo il consueto schema a isolati, disordinata secondo il consueto schema messicano, con zapaterias ad ogni angolo, cocina economica al bazar da lasciarci il cuore, favolosi refrescos preparati con la pitaya, un frutto color dell'evidenziatore con una polpa bianca dolce  semini neri sottili. citta' coloniale, con un monastero costruito sopra al cenote, per approvvigionarlo d'acqua, e altri cenotes sparsi nella campagna circostante, sotterranei, scavati nella roccia, con fantasmagoriche stalattiti tra cui nuotare come alghe perenni, guidati da un raggio di luce che filtra da un'apertura nel terreno e fa entrare anche uccelli che non sono solo pipistrelli, e ti fa scorgere pesci gatto neri mentre nuoti sotto un cielo di roccia.


ancora, chichen itza', meraviglia del mondo, un po' troppo ricostruita, secondo chissa' quali criteri. imponente, minacciosa, soprattutto grazie a un cielo plumbeo di temporale pomeridiano che scatena vento e tuoni e spazza via la polvere tra gli spiazzi millenari e le ripide piramidi.


e poi izamal, la ciudad amarilla, tutta gialla, con due poli: un convento e una piramide, quasi a sottolineare questa doppia anima dei maya, che si percepisce ancora nei volti rugosi delle donnine yucateche che indossano i loro abiti dai ricami colorati e pregano con devozione la statua incoronata di maria.


ora sono a merida, ma di questo raccontero' un altro giorno

giovedì 19 luglio 2007

isla mujeres

non avevo mai nuotato in mezzo a cos¡ tanti pesci colorati che sembrano danzare insieme a te nell'acqua, seguendo chissa' quali traiettorie. cosa pensano i pesci? cosa fanno tutto il giorno oltre a mostrare le loro squame argentate, le loro buffe code arancioni e le loro paillettes scintillanti su mantelli fosforescenti?

a playa garrafon ho anche visto corallo, resti di uragani ormai entrati a far parte del fondale marino, conchiglie rotte e sbriciolate che coprono la sabbia fine, che un giorno saranno sabbia fine.

domani si cambia, dopo tre giorni  tranquilli all' Isola delle donne, con il mare turchino, le palme in spiaggia, ci spostiamo a Isla Holbox, dicono meno turistica, o forse meno internazionale. qui all'ostello Poc Na c'e' un bel miscuglio di nazionalita'. c'e' una stanza bianca con la ventola che non fa vento, c'e' il temporale nel mezzo della notte che ci fa sussultare e allaga mezzo pavimento, ci sono amache appese ovunque.

abbiamo pranzato dalla "zia", sul terrazzo affacciato in strada, con tavolini in plastica rossa firmati coca cola, scegliendo a caso portate elencate a caso da questo donnone sempre con le mani nel pollo, per sfilacciarlo dopo averlo marinato e cotto in modo da riempire favolosi tacos al prezzo di 8 pesos ciascuno. ingrassero', ne sono sicura.

lunedì 16 luglio 2007

cancun

appiccicata alla sedia, appiccicata alla tastiera, appiccicata all'aria che pesa incombente su questa cittadina. non ho ancora visto il mare, se non tanto, tanto oceano dall'alto, in un viaggio infinito che ha risucchiato molte energie.


eppure sono qui, tra palme, zanzare, vernice dai colori accesi scrostata  e messicani, molti messicani. non ho ancora visto uno straniero, nemmeno per sbaglio. ho sfoggiato il mio spagnolo zoppicante ma in via di miglioramento. ci sono messicani sui tetti a fare chissa' che, messicani sui marciapiedi che guardano la tv per strada, messicani nelle strade indaffarati con borse della spesa. ci sono uccelli che mandano fischi sentiti nei film di mowgli, uno scenario con jungla e piante rigogliose dai fiori rosso acceso. una stanza di ostello con ventola e poco altro. un bagno degno di trainspotting. discariche ai lati dei marciapiedi, tra costruzioni in via d'estinzione e formiche in via di proliferazione.


avro' detto un mucchio di banalita' per chi ai caraibi c'e' gia' stato. per me e' la prima volta e non smetto di captare stimoli.


non apro l'argomento cibo, perche' c'e' da perdersi dentro a un taco con cebollita fritta, guacamone e salsita verde.

sabato 14 luglio 2007

fase più bella: la valigia. quest'anno non sarà uno zaino per antipatici motivi di (fondo)schiena L5 S1.

e domani mattina ciaociao aereoplanino portaci dall'altra parte del mondo giù verso i tropici a ovest che dobbiamo fare qualche nuotatina nelle acque azzurrine y ablas un poquito de espanol.

lunedì 2 luglio 2007

una domenica mattina assolata e deserta si è conclusa davanti a un piatto di ciliegie, con due rose bianche e una blu, in una casa di nonni piena di centrini e vecchie fotografie appese alle pareti. ho visto posare con leggero imbarazzo una giovane sposa con velo e crinoline e un bel ragazzo impettito nel suo abito della festa. ho sfogliato le pagine di un album conservato sulla credenza del salotto come un antico reliquiario sulla mensa di un altare, saltando tra i decenni, ammirando signorine sorridenti con cipria e rossetto in perfetto stile telefoni bianchi, facendo l'occhiolino a improbabili costumi da bagno e cappellini su spiagge ancora deserte, sedendomi sul terrazzo della casa al mare che era così spazioso.

ho perso tutti i miei nonni, alcuni prima che potessi rendermi conto di averne, altri quando ancora non avevo realizzato quanto fossero preziosi, ma ieri mi è parso di averne trovati di nuovi nel paese delle mele.

hanno un odore tutto loro, i nonni. un po' come quello dei bambini. sanno di naftalina e caramelle allo zucchero, con il soggiorno immacolato e che vergogna ricevere questa bella signorina in cucina così, mentre stiamo ancora finendo di pranzare.. almeno la tovaglia ha dipinti tutti i frutti che uno vorrebbe avere in tavola: le fragole, le ciliegie, le mele, le banane. e le ciliegie si mangiano "con gli ossi", che ho sentito che fanno bene, e così non si butta via niente. dieci a me, dieci a te.

i nonni hanno sempre due gingerini nel frigo, che non si sa mai chi viene a trovarci. e le nonne danno sempre la mancia, magari scrivendo su un bigliettino, con la loro calligrafia tremolante, dieci euro per il compleanno e cinque euro per l'onomastico.



venerdì 22 giugno 2007






miao.

ieri ho scoperto che il mio nome non è più Fiamma. non capisco perchè mi chiamano tutti Fiammo e mi guardano quelle due cosine che ho in mezzo alle gambe dietro. ma non se n'erano accorti quegli imbecilli dei miei padroni?? mi hanno insegnato a giocare con le barbie e i pupazzi, a fare le fusa e ho persino dormito insieme alla mia padroncina ilaria, sdraiato sul suo collo come una sciarpa di lana merinos. chissà se mi sarà ancora permesso adesso che mi chiamano Fiammo. certo che Fiammo non mi piace proprio.

miao.



giovedì 21 giugno 2007

la mia dolce metà e la dolce brain mi hanno preceduto, ma non posso fare a meno di ricambiare a tutti l'augurio di un felice solstizio d'estate, con fuochi in spiaggia bagni al lago e sogni di viaggi.



intanto mi spiace non essere ancora mai stata a new york, perchè sarei volentieri andata in questo posticino che chiude i battenti e diventa un hotel sciccoso.

CONFIRMED BY HOSTEL KANKUN

è solo una telegrafica conferma di prenotazione ma la mail che mi è appena arrivata proviene da uno scalcinato ostello di cancun. il mio primo contatto con il "mexico". penso al viaggio dell'anno scorso, mi sembra di essere sempre più esperta, più sciolta nell'organizzare i miei viaggi. ci vuole così poco: un po' di soldini, qualche vestito in valigia e una lonely planet. e la ricchezza che ti torna indietro non si può paragonare all'investimento fatto in soldi, tempo, aspettative. perchè si riceve sempre inevitabilmente di più.

intanto studio di gemme antiche reimpiegate in reliquiari altomedievali, tengo a bada cane e gatto cane e gatto chi l'ha detto che non si può, ascolto i grilli e l'estate dalla finestra, che restano fuori solo le zanzare, tutto il resto mi arriva dritto al cuore.

qualcuno che è già stato ha suggerimenti da spargere come lo zucchero su una torta appena sfornata?

mercoledì 20 giugno 2007

non ce la faccio più. ho bisogno di andarmene in messico, soprattutto dopo aver visto alcune di queste foto...

dottore è grave???

ma chi ha voglia di studiare per tre esami?????????

sabato 16 giugno 2007

è vacanza, almeno al 50%. le pagelle sono state consegnate, mancano solo tre esami da studiare, con saggi sul leggio in legno e il bustino di gesso per la mia schiena storta che ha da raddrizzarsi in meno di un mese.

imbattendomi in foto andaluse ho riletto parte del mio diario di viaggio. i brividi erano scontati eppure mi hanno sorpreso.

che ilaria diversa rispetto al viaggio ho conosciuto da settembre a questa parte. ma è ora di rimettersi a fare cose serie, come perdersi nei vicoli di qualche città sconosciuta e dormire in tenda.

altro che prof.

la prof va in vacanza, fino a settembre. non sarà l'andalusia stavolta, ma un paese altrettanto caliente e attraente e divertente e impertinente con millenni di storia che cercherò di toccare, con decine di nuovi amici che vorrò incontrare.

sento una crescente consapevolezza del mistero infinito che mi aspetta giorno dopo giorno, niente è scontato, tutto è da decidere, sognare,  toccare  con mano con cuore con gli occhi l'odore.

e otto fantastici mesi da prof, otto mesi da reclusa, studiosa, noiosa, nervosa da poter ricordare.

giovedì 14 giugno 2007

ho sognato che smontavo un vecchio caleidoscopio che mi hanno regalato quando ero una bambina per pulire i pezzettini di vetro colorato che sono al suo interno. i disegni che si creavano al suo interno dopo la pulizia erano assolutamente meravigliosi.



fino ad oggi ne ho bocciati 5 su un totale di sette classi. strana sensazione il decidere di un anno di vita di qualcunaltro. non esattamente piacevole.

sarà per questo che patisco le pene dell'inferno con la mia schiena?



aspetto il messico e mi godo i temporali pomeridiani. vorrei andare al lago, ma non per lavoro.

fiamma dorme con me stanotte.



sogni d'oro

sabato 26 maggio 2007

la mia principale occupazione da universitaria a venezia, quando arrivava il momento di mettersi sotto con lo studio in vista degli esami ormai vicini, era quella di pretendere un ordine e una pulizia perfetta nell'ambiente di studio, prima di iniziare effettivamente ad aprire un libro e a leggerlo.

oggi ho ripreso questa usanza che devo dire dà molte soddisfazioni, soprattutto se sono anni che non svuoti quei cassetti sotto alla scrivania e ci impieghi mezzo pomeriggio, facendo passare oggetti disparati che sono appartenuti a ere remote della tua giovinezza e infanzia, buttando nel cestino boccettini vuoti di bagnoschiuma dell'albergo, o portachiavi trovati in uova della pasqua 1989.

penso a un eventuale trasloco e mi viene l'ansia.

ad ogni modo sarà ora che mi rimetta a studiare, senza però lasciarvi prima di avervi regalato queste chicche dall'ultima verifica dell'anno in prima.



argomento n. 1: tombe etrusche.



tutti sanno (ok.. quasi tutti sanno e se non lo sanno glielo dico io, altrimenti che prof di arte sono??) che le tombe etrusche sono sotterranee e scavate nel tufo, e vengono decorate con affreschi che riportano scene di danza, caccia, vita quotidiana. fin qui va bene.



va un po' meno bene quando un gigione con l'apparecchio ai denti scrive sulla sua verifica, in stampatello, a conclusione della sua risposta più o meno esauriente:



N.B. Tufo --> Sostanza CARCEROGENA.



argomento n. 2: i metodi di costruzione dei romani, ovvero i vari opus che hanno ciascuno un nome preciso così carino e così LATINO.



diciamo che i più comuni sono opus quadratum, opus reticulatum, opus latericium, opus silicium, opus incertum, opus mixtum ecc.



non sapevo che esistesse anche l'opus semplicium, l'opus rectangulum, l'opus leticium.


giovedì 24 maggio 2007

dalle chitarre flamenche alle maracas messicane :)

scelta la meta del prossimo viaggio, con la mia metà.

la lonely planet è immensa. bisogna scegliere quale parte del mexico. ma non è un problema così grosso. non ci sono ancora stata e ho già deciso che ci tornerò!!

un viaggio di un mese può bastare? sempre meglio di niente..



intanto vi delizio con queste foto...



giotto e micina ancora innominata per mancanza di accordi sulle diverse proposte di nomi (tra cui ginger, paprika, ambra, gea) non si possono definire esattamente due angioletti ma ci sono rari momenti in cui si riposano insieme










secondo me si crede già una diva del cinema...







venerdì 18 maggio 2007

benvenuta!!!!

ecco la sorellina minore di giotto, o la sua futura migliore amica. almeno speriamo.

non ha ancora un nome, è pelacchiosa, rossa con le calzine bianche e due occhietti azzurri.

e io mi sono già innamorata...



DSC_0001

batuffolo 2

lunedì 14 maggio 2007


questa è FENOMENALE.

se non ci credete vi faccio la scansione della verifica:



"Donatello fu il maggiore scultore del XV secolo. Questo artista, nella realizzazione delle sue sculture, opera con fasi classiche e anticlassiche alternativamente: infatti, egli, durante la realizzazione delle sue opere d'arte, si basava su metodologie classiche o anti-classiche. Una delle sue opere nella quale si possoono notare elementi classici è il David che venne scolpito per l'inaugurazione del Cinema David. Infatti in questa scultura è presente il canone [...]"

lunedì 7 maggio 2007

"L'artista etrusco è uno capace di fare le cose con la sua creatività"



"Gli etruschi erano molto bravi nell'arte scultorea come ad esempio "i due sposi" che rappresenta due sposi."

domenica 6 maggio 2007

sono alla terza fetta biscottata con il miele, ma il tè al gelsomino è rigorosamente senza zucchero, forte e bollente, perchè mi piace così.

l'aria si è purificata. la cappa di foschia che aveva reso questa primavera inoltrata più simile ad una mezza estate non c'è più. il cielo è tornato azzurro, i grilli cantano di nuovo, la terra beve e si ricolora in verde.

giotto è in giardino, la casa sa di tempera bianca e i muri per qualche giorno ancora non saranno soffocati dai quadri, la finestra è aperta sulla strada.

mi aspetta una settimana di fuoco. confido che passi talmente veloce da non rendermene conto. anzi, spero che tutto il mese voli, come maggio è sempre volato, con la spinta verso l'estate, verso il lago, verso i viaggi.

stanotte ho sognato la micina che tra qualche giorno entrerà a far parte della famiglia. l'altra sera pensavo alla diana, a come sta, se si ricorda ancora di me. speriamo che giotto non scambi la futura coinquilina e compagna di giochi per un pupazzo da lanciare e rincorrere nel prato. sarà bianca. o rossa. mi innamorerò subito anche di lei.

venerdì 4 maggio 2007

varie ed eventuali

dovrei fare tutta una serie di cose per domani tipo correggere una verifica  e preparare qualche lezione ma sto facendo merenda con tè e pan di stelle e direi che ci sta bene una sbirciatina a internet e un aggiornamento del blog.

mi chiedo chi si avventuri mai a leggere le quattro cavolate con cui lo riempio ultimamente, eppure anche in questo momento ci sono 5 utenti in linea. il che vuol dire che ho davvero molti fedeli lettori.

nah.

in realtà sapete perchè la gente capita sul mio blog?

c'è una serie di ragazzini in preda all'ansia per la tesina dell'esame di terza media sull'anfora con

achille e aiace che giocano ai dadi

poi c'è una compagine di amanti di piante grasse in particolare di:

foto pianta grassa strane

pianta grassa perline

giardini realizzati con sole piante grasse

vorrei vedere la pianta grassa che si chiama bella di notte

c'è una bambina che sta cercando le

bambole carlotta

e qualche naturopata alle prime armi che si preoccupa di

come curare il mal di gola di un cane con le erbe

ci sono poi poeti che scrivono versi del tipo

e maggio e primavera inoltrata e le giornate gia sono molto, lunghe

e si pongono dubbi amletici tipo

Thomas merton Dolce fratello se dormir

non indugio oltre.

dico solo che io sono sommersa da saggi gratuiti di manuali di storia dell'arte. non so più dove metterli e soprattutto non troverò mai il tempo di guardarli tutti entro il 14 maggio.

mia mamma ha avuto la brillante idea di imbiancare 3/4 di casa proprio in questo bel fine settimana di pioggia e casini ed è già una settimana che viviamo accampati perchè bisogna far trovare tutto pronto all'imbianchino.

ho aperto il baule in cui sono conservati tutti i quaderni e i lavoretti delle elementari. non potete capire quanti ricordi. c'è anche il libro con audiocassetta registrata da noi bambini con la storia degli affari del signor gatto, che non ricordo esattamente come facesse ma so che mi piaceva un sacco.

ci sono altre cose che vorrei raccontarvi tipo:

la meta delle mie vacanze con la mia dolce metà - ancora in fase di definizione (a proposito: com'è il tempo a cuba a metà luglio? e in tailandia? e in altri posti con mare, caldo, e un costo della vita e dei trasporti interni mooolto basso in modo da poter restare in giro a zonzo per un mese?).

il bel weekend lungo nel paese delle mele che ho appena trascorso tra giardini di principesse e paesini sperduti per le valli.

varie ed eventuali.

VOGLIO ANDARE A VIVERE DA SOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

venerdì 27 aprile 2007

"passati i ventisei, già nei ventisette da qualche giorno. come ti trovi?"



"mah, abbastanza bene. sarà la primavera inoltrata.."



"già.. la primavera ti fa un certo effetto"



"direi proprio una sorta di rinascita. esco dal letargo e rifiorisco"



"già.. i fiori! hai visto quelli che ci sono sul cactus del tuo giardino grasso?"



"sìsìsì! sono bellissimi. una corona di fiori fucsia acceso. e anche mr. paletta non scherza con la nuova fila di palette in crescita accelerata."



"come è nata la tua passione per le piante grasse?"



"bè.. a dire il vero è stata la mia professoressa di discipline plastiche che me l'ha trasmessa. ricordo che ci diede un compito per l'estate: andare a visitare un'importantissima serra di piante grasse vicino a casa, e di passare l'intero pomeriggio a disegnare le geometrie perfette o contorte che ne costituiscono la struttura."



"un po' come le conchiglie"



"già! anche loro hanno strutture spiraliformi meravigliose. molto barocche. ma le piante grasse sono vive. crescono, ingrassano, dimagriscono, a seconda di quando ti ricordi di dar loro da bere."



"te ne dimentichi spesso?"



"più che altro volutamente. simulo gli eventuali periodi di siccità prolungata che possono esserci nel deserto, e gli improvvisi acquazzoni che creano pozze fangose ai loro piedi.

ora devo scappare.. stasera mi aspetta un bel concerto, l'ennesimo a cui assisto.. ma come si fa a rinunciare? potrebbe essere l'ultimo.. o forse no. non ci voglio neanche pensare"



"allora buon concerto! qualche piano per il weekend lungo?"



"a dire il vero sì... una puntata nel paese delle mele, ad annusare la primavera"



"bene, buon viaggio allora"



"grazie. ciao"

venerdì 20 aprile 2007

sono sempre qua, tra alti e bassi, notti brevi e giornate molto, molto lunghe. mi sono ricaricata di energie durante il mio giretto napoletano, e pian piano sto consumando nuovamente la pila che spero duri almeno per un altro paio di settimane. poi le cose dovrebbero iniziare a calmarsi, fino ad arrivare alla vacanza.

non sono cambiate molte cose, o forse sì.

il nocciolo è sempre quello: troppe cose e poco tempo. ma il riflettere porta ossigeno e mi siedo su un muricciolo al sole di un'estate in anticipo e incrocio le gambe per guardarmi intorno. vedo una casa immaginaria tutta mia e di qualcunaltro, vedo un viaggio ad est, nel lontano est, in un periodo di monsoni, in mezzo a profumi di spezie e povera gente per strada. vedo un concerto di qui a poco. vedo tante altre cose. ma mi si stanno chiudendo gli occhi e tra poco dormirò.

mercoledì 4 aprile 2007

alla ssis mi insegnano a non confondere mai i ruoli tra prof e alunno ma io cosa ci posso fare se in gita la scorsa settimana mi sono troppo divertita????

e cosa ci posso fare se sono stata eletta a gran voce miss pullman, se ho cantato al microfono tutta la sigla di pollon e di lady oscar, se quando facevo la ronda nelle stanze era meglio che non mi facessi troppo vedere perchè mi mettevo a ridere moooolto facilmente quando beccavo qualche ragazzo in una camera in cui dovevano esserci solo pulzelle??

ho anche quasi imparato una canzone di tiziano ferro. sono stata messa al corrente di tutti gli inciuci della scuola e mi sono resa conto che questi poveri ragazzi hanno talmente tante cose a cui pensare che per forza non possono studiare storia dell'arte al pomeriggio. la mia vita da liceale al confronto era piatta come una tavola da surf. quanto invidio queste quindicenni.. avrei voluto dire loro: assaporate ogni attimo perchè poi non si torna più indietro. ma poi mi sembrava di fare discorsi da nonna, così mi sono limitata a raccontare la bellezza della fontana maggiore di perugia, del collegio del cambio affrescato da perugino, delle scatole spaziali di giotto nella basilica superiore di san francesco.

non è stato per niente male, ANZI!

il mio fisico pare ribellarsi ai ritmi forsennati degli ultimi mesi e così mi ha fatto un bel regalino di febbre e mal di gola proprio il giorno prima della partenza per napoli, meta pasqualina. ma io GUARIRO'.

domani prenderò quel treno guagliò!

intanto fuori tuona e la primavera sta bussando. spero di non essere troppo impegnata da non aprirle la porta..

martedì 20 marzo 2007

è difficile scrivere dopo quello che ci è successo domenica sera.

quando chiudi gli occhi e non sai se li riaprirai. quando il tempo si ferma e non c'è più un prima, un dopo, ma soltanto quell'adesso che non sai dove ti porta. quando non hai nemmeno tempo di affidarti a Dio, ma evidentemente Lui ci ha pensato già per te, e ti fa ascoltare il botto, annusare l'odore degli airbag scoppiati, realizzare che non si sa come ma ci sei ancora, e lui c'è ancora, e sei tutta intera, e lui è tutto intero, un'anima che trema e piange e non capisce, un'altra anima che la consola.

venerdì 16 marzo 2007

sento un prurito sempre più invadente sotto i piedi. bisogna andare. non basta la gita in umbria di fine mese. bisogna approfittare delle vacanze di pasqua per fare un giretto, il problema è stabilire la meta. amsterdam o napoli? uno non vale l'altro, o forse sì. che l'importante è andare...

qualche suggerimento?

mercoledì 14 marzo 2007

mi sto immergendo in un sereno clima di spiritualità francescana, a poco più di due settimane dalla fatidica gita o come si dovrebbe chiamare in maniera più nobile "viaggio di istruzione". spero non si trasformi in un viaggio di distruzione (nè mio, nè degli studenti). gradirei fare le vacanze pasquali senza traumi.

esame di pedagogia questo pomeriggio. un tema scritto a partire da una traccia che chiedeva praticamente tutto il contenuto dei due libri da studiare (che è già tanto se sono riuscita a leggere almeno una volta).

e ora devo decidermi a mettere i voti sulle verifiche da riconsegnare domani in prima. l'alternativa è preparare una lezione e sentirsi dire per tutta l'ora "prof ma quanto ci mette a restituirci le verifiche corrette??". come se prendere un cinque e mezzo adesso o tra due giorni ti cambiasse la vita.

il problema è che non ho voglia di mettermi a pensare una lezione su di un argomento nuovo, quindi mi limiterò a fare la cosa più odiosa (insieme ai consigli di classe): valutare le prestazioni scolastiche con una scala numerica che dovrebbe andare dall'1 al 10. in realtà la parte divertente l'ho già fatta: leggere, penna rossa in mano, tutte le fregnacce che hanno scritto come risposta i miei adorati alunni, e ridere a crepapelle (ma anche strapparsi i capelli) ogni due o tre righe, cercando di capire cosa passasse nel cervello di chi ha scritto cose veramente esilaranti.

devo dire che quando si tratta di interpretare le raffigurazioni presenti sui vasi greci già visti e spiegati in classe, si giunge ad esiti davvero sorprendenti.

un paio di esempi non guastano, se non vi dispiace essere intrattenuti.







Achille e Aiace stanno giocando ai dadi, con lance e scudi e le schiene curve sul tavolo, quasi a seguire i profili dell'anfora, decorata con la tecnica a figure nere su fondo rosso, da Exekias, ceramografo greco, intorno al 540 a.C.



Domanda della prof: Cosa rappresenta questa immagine?



Risposta di R.M. (variante n. 1): "L'immagine rappresenta Achille ed un suo amico intenti a muovere le pedine di un gioco da tavolo" [perchè no, facciamoci una bella partitella a risiko]

Risposta di B.B. (variante n. 2): "L'immagine rappresenta due omini intenti a giocare ad un gioco da tavolo" [poi prendiamo anche l'omino della michelin, l'omino del mulino bianco, e facciamo un bel torneo di monopoli]

Risposta di B.L. (variante n. 3): "L'immagine rappresenta Achille e Diomede [?] che giocano a scacchi."

Risposta di C.B. (variante n. 4): "L'immagine rappresenta due soldati (Achille e Diomede) [?] che giocano a scacchi". [qui qualcuno ha suggerito male a qualcunaltro]

Risposta di S.B. (variante n. 5): "L'immagine rappresenta Achille e Aiace sulla spiaggia che giocano a dadi" [versione estiva della scena]






martedì 6 marzo 2007

super giotto mi fa impazzire. scodinzola talmente forte che muove insieme alla coda anche tutto il sederino!

ogni tanto però penso alla mia gatta vecia. chissà se si è ambientata bene nel posto dove si trova ora. chissà se ogni tanto mi manda una leccatina con quella sua linguetta ruvida e il nasino umido.

a volte penso che voler prendersi cura di un altro gattino sia come tradire la sua amicizia, ma proprio non ce la faccio all'idea di restare senza un esponente del mondo felino. giotto è un cane, cosa ben diversa, per quanto straordinaria. non vedo l'ora che qualche mamma gatta sforni una bella cucciolata di zampine incerte e occhietti ancora chiusi, batuffoli di pelo da cui escono sottili e attutiti miagolii.



per il resto, continuo nella mia folle corsa quotidiana dalla scuola all'università, progettando gite e vacanze, studiando libri su libri, mangiando rabbia al cospetto di qualche ottuso professore.

sabato ho riordinato insieme a emil il mio giardino grasso, togliendo la piccola serra artigianale che a stento ricopriva mr. paletta e i suoi compari, più che mai rigogliosi dopo un inverno mite e generoso. c'è una nuova coinquilina che deve ancora trovare una sistemazione. per ora resta nel suo bel vasetto verde qui vicino a me, sulla scrivania.



domenica è iniziata la vera primavera. è iniziata in un bosco, su una mulattiera in salita che conduce ad un gioiellino della devozione romanica. è iniziata con scarpe scivolose, felpe leggere, crostatine al cioccolato e bastoni artigianali.



ora sento la pioggia fuori dalla finestra. rumore antico, poco frequentato negli ultimi mesi. non è autunno, è solo un'illusione. tra poco il letargo finisce.

martedì 27 febbraio 2007

giotto

da qualche giorno vengo svegliata da uno scodinzolio simpatico al mattino, con tanto di bacini e leccatine. prima arrivano le orecchie grandi come quelle di dumbo, poi le zampine e il muso umido. è arrivato giotto, e siamo tutti impazziti per lui. ora ci manca solo un micino per fargli compagnia..





giotto

giotto 2

venerdì 16 febbraio 2007

e come ernia

speravo di essermene liberata definitivamente. non voglio tornare a conviverci.

invece oggi ho avuto la conferma, come se quel dolore familiare non fosse un indizio più che sufficiente. carino come ti confezionino anche un cd della risonanza magnetica, che preferirei avesse incise altre risonanze, magari musicali. un po' come quando ti mettono su dvd il filmino del matrimonio. ecco, io ho quello della mia ernia.

devo ammettere che però è piuttosto interessante vedere la mia colonna vertebrale, i dischi con midollo osseo e cartilagine, i fasci di nervi che la percorrono come autostrade. pensare che sì, quella sono proprio io, di dentro.

naturalmente io non ci capisco quasi niente. non sono brava a leggere questo tipo di immagini: non sono di certo opere d'arte. o forse sì?

bè, nel mio caso il pittore deve aver sbavato un pochino con l'inchiostro bianco sul cartoncino nero. vorrei ci fosse una gomma per cancellare, o un pastello nero per ritoccare la macchia.

mercoledì 14 febbraio 2007

è stato un weekend di frittella coperta di zucchero, in una fiera di paese in riva al lago quando il cielo si fa scuro, gocce imperiali al profumo di anice e miele di sulla per curare la pelle, gesto-colore alla bovisa in uno spazio surreale, tra un film western, alcuni ambienti dimessi dell'Arsenale di Venezia, una fabbrica uscita da chi ha incastrato roger rabbit.

voglio la mia metà.

e voglio l'estate.

qui, adesso.



tutto il cioccolato offertomi dalle mie studentesse-senza-moroso questa mattina non basta ad addolcirmi la bocca per la rabbia che mi è salita grazie a una mail del cazzo di una prof idiota della ssis che dovrebbe curare il mio  t i r o c i n i o.

vi prego calmatemi, che sono veramente, ma veramente, incazzata.



cosa che succede molto di rado, ma quando succede..

giovedì 8 febbraio 2007

flash back

facendo un po' di ordine sulla scrivania si trovano sempre cose interessanti.

foto, libricini, fotocopie, biglietti di mostre, cinema, teatro, e ho trovato anche questi, datati 12 luglio 2005





 





si vede che sono a casa malata e posso prendermi il lusso di perdere un po' di tempo tra i ricordi..

propongo che ad ogni persona venga riconosciuto un periodo di vacanza dal lavoro per dedicarsi a sistemare le proprie scartoffie, il proprio passato. Fa così bene al cuore.

mercoledì 7 febbraio 2007

ogni tanto mi incanto nell'osservare la delicatezza di qualche mia alunna. vorrei avere ancora sedici anni. mi faccio trasportare dalla loro fragilità, quando le interrogo e si avvicinano a me con le loro collanine, i jeans stracciati e polvere di ombretto sulle palpebre, mentre si stropicciano le mani e mi guardano con gli occhi grandi, un po' timorosi. giocano a fare le donne. arrivano a scuola ben curate, la pelle bianca, ogni dettaglio a posto, mentre io non sono nemmeno sicura di avere le lenti a contatto o gli occhiali.

adoro quando ragazzi e ragazze mi guardano a bocca aperta mentre li introduco a piccole verità che a me sembrano così banali: a loro aprono tutto un mondo nuovo. non me ne accorgevo quando ero io a occupare il banco e non la cattedra, ma a volte vorrei fare una fotografia di quello che vedo da lì mentre spiego.

certo, non tutti i momenti sono idilliaci come questo. ma non sono la fatina turchina con il flauto magico.

sabato 3 febbraio 2007

sulutumana

e sì che mi sono data da fare per diffondere la loro conoscenza al di fuori della brianza..

peccato. consiglio numerosi e ripetuti ascolti



http://www.bielle.org/Artisti/sulutuma.htm

venerdì 2 febbraio 2007

mercato della frutta: io gli do sei ma tu abbassa il tuo otto che mezzo punto ahiahiahi due assenze quattro compitini e tanta voglia di crescere insomma basta dare i numeri.

cervellino fuso. bzzzzzz

martedì 30 gennaio 2007

è il suono del treno che viaggia nel buio



la complicità di qualche canzone pescata a caso dall'ipod



strane coincidenze che hanno portato la mia vita a ributtarmi sullo studio e nel nord est



l'altra sera ho avuto la sensazione chiara di sentire le onde della mia esistenza muoversi calme e piene nella percezione limpida che ho della mia situazione.



limpida la percezione, confuso il tentativo di metterla in parole.



questa felicità legata ad una malinconia dolce, a sentimenti nuovi e antichi, a desideri sempre uguali a se stessi, mai realizzati ma proprio per questo magnetici.



sono nell'anno dei ventisette, ho persino un lavoro e sottili rughe intorno agli occhi, che cerco di cancellare con cremine dai nomi fantascientifici, chissà poi perchè. mi sembra di riuscire appena a ricomporre i pezzi di un'epoca, con i suoi pittori, letterati, pensatori, e poi mi accorgo che è solo un'illusione, che la realtà è molto più complicata e inafferrabile.



ho bisogno di venezia. camminare frettolosamente nelle calli in cui si riversano gli odori, i rumori, i colori persone edifici acqua. andare a fare la spesa con il carellino, passando sotto panni stesi, vasi di gerani, girandole colorate, piccioni insopportabili.



fatico ad incastrare venezia in questa vita di oggi. vorrei incastrare troppe cose. non mi accontento. ma sono contenta.

venerdì 26 gennaio 2007

pensieri sparsi

sera nostalgica. casa per me.



vendere libri a peso. peso delle pagine di carta sottile patinata porosa ingiallita. peso dei caratteri? peso del cervello? piombo inchiostro cellulosa materia grigia illustrazioni.



venezia e ricordi che spuntano come funghi. tiziano sono anni che non ti osservo studio medito. con il tuo colore, le scuole, i teleri, la serenissima, l'acqua alta, i ponti e sottoporteghi, l'acqua calma che rimbomba coi passi.



cos'è la felicità?



cantata 147 ancora da finire, messa in si minore un rigo per pagina. voltare continuamente pagina tenere il tempo seguire le battute, alterazioni, chiavi scale tonali. un regalo inaspettato, in ritardo.



probabilmente torno a scuola, alla mia scuola, con i miei prof a cui do del tu, per il tirocinio più inutile della mia vita, ma tant'è. sarà divertente.



e tornare a scuola è anche insegnare con amore una domenica pomeriggio i rudimenti, le linee, le proporzioni, usare la parte destra del cervello. affinare la conoscenza di graffite, fusaggine, china ecoline pennello numero otto. l'odore dei pastelli. il cassetto che fatico ad aprire, che ho paura di riaprire.



ho molto da fare poco tempo per farlo. era giusto per non perdere nel calderone piccoli pensieri sparsi.

e mi scuso dell'assenza.

mercoledì 17 gennaio 2007

quando ero a scuola sognavo un lavoro che quando tornavi a casa la sera potevi fare altro e non dovevi pensare a quello.

devo aver sbagliato lavoro.

mi rituffo sulle verifiche.

martedì 16 gennaio 2007

menomale che ci pensano i miei studenti a farmi ridere...

un ragazzo di quarta dopo aver consegnato la verifica mi chiede: prof è un errore grave aver scritto POLIMERO al posto di POLITTICO??

AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH

ma dico io??? per chi mi hai preso??? per la prof di chimica???????

un'altra mi ha scritto che nella cupola di Santa Maria del Fiore Brunelleschi dispone i mattoni "A SCAGLIE DI PESCE". cioè. può essere che quando eri piccola eri innamorata di Sampei, ma forse pure lui ti avrebbe detto che quella tecnica costruttiva si definisce "A SPINA DI PESCE" e con le scaglie non c'entra un bel niente!!

non parliamo di "HA" con H messe a sproposito, o di una "deposizione dalla CROCIE" di Benedetto Antelami, o ancora della descrizione di una scena di "prothesis" (=adorazione del defunto) su di un'anfora funeraria, dove, a detta di una personale interpretazione, gli omini stilizzati intorno al corpo del defunto sono disegnati con le mani sul capo, "perchè sono IMPAZZITI". disperarsi va bene, ma addirittura una scena di follia generale mi sembra un tantino eccessiva...

mi ributto a capofitto a correggere. spero di trovare altre chicche

giovedì 4 gennaio 2007

non possedeva quasi niente la mia gatta vecia.

le avevamo regalato noi un paio di cestini e un collare rosso con attaccate le chiavi di casa della sua porticina privata. aveva un modesto servizio di ciotoline in plastica colorata: una per i croccantini, una per la pappa, una per il latte. non si degnava di bere acqua: solo latte fresco, appena prelevato dal frigorifero.

ultimamente era diventata una rompiscatole sorda, che miagolava a vuoto nel bel mezzo della notte, ma quando si faceva riempire di grattini dietro le orecchie e sul collo le perdonavamo tutto.

rispondeva per noi al telefono se non eravamo in casa. diceva: "sono diana, la gatta di questa famiglia. i miei padroni non sono in casa ma se lasciate a me un messaggio glielo riferirò".

ci comandava tutti a bacchetta, con quel suo fare un po' bisbetico ed allo stesso tempo da gran signora. sono certa che il pelo le ricopriva un musino ormai rugoso, vecchia micia centenaria che ci osservava con i suoi occhi grandi e scuri, vispi  e  arzilli quando si trattava di afferrare un pezzetino di  pollo, saggi e giudiziosi quando si acciambellava sul suo cuscino nell'attesa di addormentarsi.

non è rimasto quasi nulla di lei, se non un silenzio irreale interrotto dalla tentazione di chiamarla per farla salire sulla mia sedia durante la cena, quando allungava le zampine anteriori sul tavolo e reclamava la sua razione di bocconcini prelibati.

lo so, non si trattava di una persona, era soltanto una gatta.

 






diana, non mi hai aspettato. magari ti saresti addormentata più serena per l'ultima volta se ci fossi stata lì io a farti qualche grattino.